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Domenico Bellantone, Console Generale d’Italia: “A Londra abbiamo avviato un percorso di modernizzazione e innovazione. La centralità dell’utente è stata il filo conduttore di tutta l’azione svolta”

Redazione by Redazione
19 Settembre 2025
in Interviste
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Domenico Bellantone, Console Generale d’Italia: “A Londra abbiamo avviato un percorso di modernizzazione e innovazione. La centralità dell’utente è stata il filo conduttore di tutta l’azione svolta”
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Ci sono incarichi che non si misurano soltanto in responsabilità, ma soprattutto in visione. Quello di Console Generale d’Italia a Londra è uno di questi. In una città che pulsa al ritmo del mondo, dove storia e innovazione si intrecciano in ogni angolo, Domenico Bellantone rappresenta oggi l’Italia con uno sguardo che unisce profondità diplomatica e sensibilità umana.

La sua carriera, segnata da tappe cruciali tra Mediterraneo, Stati Uniti e Regno Unito, racconta la traiettoria di un diplomatico che ha vissuto la storia da vicino, testimone diretto di trasformazioni epocali e interprete di un’Italia che dialoga, protegge e innova. Nella Capitale della Gran Bretagna guida oggi il più grande Consolato Generale italiano al mondo per numero di servizi erogati, con la consapevolezza che dietro ogni documento, ogni funzione, ogni gesto istituzionale, c’è la vita di una persona.

Bellantone incarna una diplomazia che non si limita ai protocolli, ma si fa presenza, ascolto, modernità. Nella City, dove tutto corre veloce, il suo lavoro è anche quello di costruire ponti: tra generazioni, tra culture, tra Paesi.

Dal suo insediamento nell’agosto 2022, il Console Generale d’Italia ha impresso una svolta profonda alla struttura diplomatica londinese, trasformandola in un modello di “sostenibilità, accessibilità, inclusività e buone pratiche”, esattamente come recita la motivazione del prestigioso riconoscimento ricevuto di “Console europeo 2023”.

“Essere Console Generale a Londra significa contribuire, insieme agli altri attori del Sistema Italia, a promuovere il meglio del nostro Paese: dalla cultura alla lingua, dalle imprese alla creatività italiana“, racconta con lucidità e passione, spiegando cosa significa rappresentare l’Italia in una capitale globale come Londra.

Console, cosa significa per lei rappresentare l’Italia a Londra? “E’ per me un grande onore e ringrazio la Farnesina per avermi dato questa opportunità. E’ però al tempo stesso una responsabilità quotidiana. Quello di Londra è uno dei più grandi Consolati Generali della nostra rete diplomatico consolare e il primo al mondo per numero di servizi erogati alla collettività italiana. La circoscrizione consolare copre una vasta area geografica che include il Sud dell’Inghilterra, il Galles, le Isole Normanne e Gibilterra, servendo una comunità composta da quasi oltre 370 mila italiani iscritti all’anagrafe consolare, numericamente equivalenti alla popolazione di una città come Bologna o Firenze. Questo significa essere costantemente al fianco di migliaia di connazionali che si rivolgono al Consolato non solo per servizi amministrativi, ma anche per trovare supporto e tutela. Essere Console Generale a Londra significa anche contribuire, insieme agli altri attori del Sistema Italia, Ambasciata in primis, a promuovere il meglio del nostro Paese: dalla cultura alla lingua, dalle imprese alla creatività italiana. Significa essere parte attiva dell’impegno dedicato alla “Diplomazia della Crescita” su cui la Farnesina – grazie anche allo schema di riorganizzazione interna approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 agosto – punta sempre più anche al fine di spingere fino a 700 miliardi entro il 2027 il valore delle nostre esportazioni sui mercati mondiali”.

Nel 2023 le è stato tributato il premio di Console europeo 2023 con la motivazione di “aver trasformato il Consolato Generale d’Italia a Londra in un modello di sostenibilità, accessibilità, inclusività e buone pratiche”. Una bella soddisfazione. “Certamente è stata una grande soddisfazione e – ci tengo a ribadirlo – non si tratta di un traguardo personale, bensì del frutto di un lavoro corale svolto dall’intera squadra consolare che ho l’onore di guidare. Un risultato che non sarebbe stato però possibile senza il costante sostegno che ci arriva quotidianamente dalla Farnesina, dove l’attenzione verso le comunità italiane all’estero è considerata prioritaria. Sin dal primo giorno del mio incarico, insieme al personale del Consolato, abbiamo avviato un percorso di modernizzazione e innovazione, con l’obiettivo di trasformare una struttura che in passato era spesso percepita come distante dai cittadini in una realtà più moderna, accessibile e inclusiva. Abbiamo lavorato su più fronti: l’ottimizzazione dei processi, l’introduzione di nuove tecnologie, unitamente a un dialogo costante con la comunità, hanno rappresentato il cuore del percorso di trasformazione del Consolato. La centralità dell’utente è stata il filo conduttore di tutta l’azione svolta. Credo sia fondamentale ricordare che dietro ogni servizio c’è la vita di una persona, con i suoi bisogni, le sue esigenze e le sue preoccupazioni. Ogni giorno, con il nostro lavoro, possiamo rendere la vita dei nostri connazionali un po’ più semplice. Non lo dobbiamo dimenticare. Questo impegno ha trovato un riconoscimento importante con il conferimento di due prestigiosi premi internazionali: quello di “Console europeo 2023” e, successivamente, quello di “Console dell’Anno”. È stata la prima volta che tali premi sono stati assegnati all’Italia e questo ha reso il traguardo raggiunto motivo di grande soddisfazione istituzionale, ancor prima che personale”.

A suo avviso, com’è percepita oggi l’Italia nel Regno Unito. “L’Italia oggi è percepita nel Regno Unito con grande rispetto e apprezzamento. La nostra immagine si fonda su diversi pilastri: da un lato la tradizione, la cultura e lo stile di vita italiani, universalmente riconosciuti come sinonimo di qualità, bellezza e creatività; dall’altro, la capacità degli italiani che vivono e lavorano qui di contribuire in maniera concreta e innovativa alla società britannica. La comunità italiana nel Regno Unito è ormai una realtà consolidata e ben integrata. Comprende professionisti altamente qualificati nei settori della finanza, della ricerca scientifica, dell’ospitalità, delle università, della sanità e delle arti, accanto a imprenditori e operatori economici che hanno saputo creare valore e opportunità. La presenza italiana è quindi percepita come dinamica e moderna, capace di coniugare radici profonde con uno sguardo proiettato al futuro. Vi è inoltre una sincera ammirazione reciproca: il Regno Unito riconosce all’Italia il suo ruolo di grande Paese europeo, attore globale nel campo della diplomazia, dell’economia, della cultura e dell’innovazione. Allo stesso tempo, l’Italia guarda al Regno Unito come a un partner strategico, con il quale condividere sfide comuni e rafforzare i legami in un contesto internazionale in rapida evoluzione”.

È possibile a suo avviso tracciare un profilo che ben rappresenti gli italiani che vivono a Londra? “La comunità italiana nella nostra circoscrizione è straordinariamente variegata e rappresenta un autentico mosaico di esperienze e storie personali: dall’antica emigrazione alla nuova mobilità, dai cittadini italiani per discendenza a chi ha scelto di trasferirsi  qui più recentemente, passando per lavoratori, professionisti, artisti, ricercatori e studenti. Questa pluralità non è solo numerica, ma culturale e sociale: ogni persona porta con sé tradizioni, competenze e passioni che contribuiscono a rendere la comunità italiana a Londra viva, dinamica e inclusiva. In ogni settore – dall’arte alla ricerca scientifica, dall’educazione all’imprenditoria, dalla gastronomia alla cultura – la comunità italiana arricchisce il tessuto sociale e culturale londinese, costruendo ponti tra tradizione e innovazione, tra radici e nuove prospettive. Questa storia di presenza italiana è una storia di resilienza, intraprendenza e senso di appartenenza. È fatta da chi, con il proprio lavoro e impegno quotidiano, contribuisce alla crescita del Paese che lo ospita, da chi condivide la propria cultura e creatività con una comunità più ampia, da chi trasmette valori, curiosità e orgoglio per le proprie radici. Grazie a tutte queste persone possiamo celebrare con orgoglio il nostro passato, vivere il presente con fiducia e guardare al futuro con entusiasmo e speranza”.

Libia, Egitto, Stati Uniti e Regno Unito sono le principali tappe della sua carriera diplomatica. Qual è in assoluto il suo ricordo più bello? “Ogni tappa della mia carriera mi ha regalato ricordi profondi e indimenticabili: la complessità della Libia, l’intensità dell’Egitto, gli anni al Gabinetto del Ministro degli Esteri, l’esperienza negli Stati Uniti e adesso Londra.  Eppure, se devo scegliere il ricordo più bello, direi che è sempre quello legato al momento che sto vivendo. Oggi, quel ricordo ha il volto di Londra. Ricordo ancora l’emozione dei primi incontri con la nostra comunità: l’entusiasmo dei giovani che qui costruiscono il loro futuro, la determinazione dei professionisti, il calore delle famiglie che hanno scelto di vivere in questa città. Sono momenti che restano impressi perché raccontano – meglio di qualsiasi discorso-  la forza e la vitalità dell’Italia all’estero. Il ricordo più bello, dunque, non è un singolo episodio, ma l’insieme delle esperienze quotidiane: una stretta di mano, un sorriso di riconoscenza, la celebrazione di un successo condiviso. È in questi gesti che sento tutta la responsabilità e l’onore di rappresentare il mio Paese in una capitale globale come Londra. Ed è questo, oggi, il privilegio più grande della mia vita professionale”.

Negli anni trascorsi in Egitto e Libia, precisamente tra il 2010 e il 2013, è stato testimone diretto dei sommovimenti innescati dalle “primavere arabe” e in particolare della caduta dei regimi di Gheddafi e Mubarak. Che ricordo ha di quel periodo? “Gli anni tra il 2010 e il 2013, durante le cosiddette “primavere arabe”, hanno rappresentato un’esperienza unica, sia sul piano personale che professionale.  Essere testimone diretto dei sommovimenti che portarono alla caduta dei regimi di Gheddafi in Libia e di Mubarak in Egitto significava assistere a eventi che non riguardavano solo quei Paesi, ma che avevano un impatto sull’intero equilibrio geopolitico del Mediterraneo e del Medio Oriente. Per portata e conseguenze, quegli avvenimenti possono essere paragonati a momenti epocali come la caduta del Muro di Berlino: eventi destinati a segnare la storia contemporanea. Vivere quotidianamente le tensioni, le speranze e le paure dei cittadini, vedere le piazze riempirsi di uomini e donne in cerca di libertà e cambiamento, significava comprendere in modo diretto quanto le decisioni collettive possano ridisegnare gli assetti politici e sociali di intere regioni. In quegli anni ebbi la chiara percezione che la storia stesse scorrendo davanti ai miei occhi. Esserne stato testimone  ha rafforzato in me la consapevolezza del ruolo della diplomazia: proteggere le persone, accompagnare i cambiamenti e contribuire a stabilità e dialogo proprio nei momenti in cui il mondo cambia più rapidamente”.

Ora come si trova a Londra? “Londra è una città che non smette mai di sorprendere. Qui tutto sembra accadere prima: ogni idea, ogni innovazione, ogni tendenza. Passeggiando per le sue strade o entrando in uno dei suoi centri finanziari, si percepisce davvero il “battito del mondo”. È una “città-vetrina”, dove le novità culturali, economiche e tecnologiche emergono in anticipo e diventano spesso modelli globali. Da sempre la Capitale britannica è un epicentro di innovazione: dal pop-rock rivoluzionario dei Beatles fino al Britpop di Oasis e Blur, che hanno ispirato generazioni in tutto il mondo. E’ qui che l’arte urbana ha trovato un palcoscenico internazionale con Banksy che a trasformato la street art in un fenomeno globale. Ma non solo cultura e creatività: Londra è stata pioniera anche nelle trasformazioni tecnologiche e nel mondo del lavoro.  Ad esempio Startup “fintech” come Revolut e TransferWise hanno rivoluzionato i modelli di pagamento e i trasferimenti internazionali, mentre i primi spazi di “coworking”, come WeWork London, hanno segnato l’inizio di una nuova concezione degli ambienti lavorativi: flessibili, condivisi e internazionali. Tutto questa effervescenza rende però Londra una città anche estremamente competitiva ed esigente. Per chi rappresenta l’Italia e promuove il meglio del Made in Italy significa confrontarsi costantemente con standard qualitativi e aspettative elevatissime. Si tratta di una sfida impegnativa ma al tempo stesso stimolante e motivante. Serve capacità di innovazione, di proporre nuove idee e soluzioni originali e, al tempo stesso, flessibilità e prontezza nell’adattarsi ad una realtà che corre ed evolve velocemente. Lavorare a Londra significa sentirsi parte di un contesto unico, dove la storia e l’innovazione si intrecciano. E una sfida continua, ma anche un privilegio. Poter sostenere gli interessi dell’Italia, valorizzare la nostra cultura e il talento dei nostri connazionali in una città così è un’esperienza che arricchisce sia professionalmente che umanamente”.

Prossime iniziative in programma? “Nei prossimi mesi abbiamo un programma fitto di eventi dedicati a valorizzare la cultura, l’arte e la comunità italiana a Londra e realizzati nel quadro delle iniziative di “promozione integrata” sostenute dal Ministero degli Esteri. Fino a dicembre, tra mostre, premi, appuntamenti sportivi e musicali, ci saranno numerose occasioni per celebrare il meglio del Made in Italy. A metà ottobre, nell’ambito della prestigiosa Frieze Art Week – una delle rassegne di arte contemporanea più importanti al mondo, che ogni anno richiama a Londra centinaia di migliaia di visitatori, curatori e appassionati- inaugureremo, in collaborazione con la Estorick Collection of Modern Italian Art, una mostra dedicata a Marinella Senatore, artista di rilievo nel panorama dell’arte contemporanea italiana e internazionale. A seguire – durante la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo – celebreremo i giovani talenti italiani con la premiazione del concorso letterario “Match Point”, dedicato a scritti inediti di autori residenti nel Regno Unito. A novembre, per la rassegna della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, organizzeremo la terza edizione dell’Hospitality Award, una serata di gala in cui saranno premiati gli operatori italiani distintisi per eccellenza, creatività e professionalità nel corso dell’anno. A novembre tornerà la seconda edizione della “London Italy Run”. Il Consolato Generale ripropone una manifestazione lanciata per la prima volta lo scorso anno e che – con la partecipazione di migliaia di persone – ha permesso di celebrare per le strade di Londra lo stile, l’energia e la passione italiani.  La “London Italy Run” si svolge nell’alveo delle iniziative di “diplomazia dello sport” che –  su input del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani – sono ormai diventate parte integrante del DNA della Farnesina. A dicembre chiuderemo l’anno al Britten Theatre di Londra con il concerto del violinista rock di fama internazionale Alessandro Quarta, in un evento che unirà talento, passione, musica ed eccellenza italiana. Tutte le iniziative proposte state pensate con il duplice obiettivo di rafforzare la nostra comunità e di far conoscere al pubblico britannico e internazionale le molte eccellenze e sfaccettature culturali del nostro straordinario Paese”.

Intervista di Marco Finelli

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