Si chiama AIRL, acronimo che sta per Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia ONLUS, è nata nel 1972, e oggi riunisce i 20 mila italiani che, nel luglio 1970, subirono la confisca di tutti i loro beni e furono espulsi dal Paese in cui risiedevano, da Gheddafi appena salito al potere.
L’Associazione opera senza fini di lucro. Finanziata con il solo contributo dei soci, è impegnata nella difesa degli interessi morali e materiali dei rimpatriati e dei loro discendenti. Dal 18 settembre 2015 è iscritta all’Anagrafe delle ONLUS.
A parlarci di questa realtà, guidata Francesca Prina Ricotti è Andrea Di Maso, noto imprenditore, Vice Presidente vicario dell’Ascoli Calcio, Ceo di Atlanis, oggi Vice Presidente di Airl.
Ci racconta cos’è AIRL e perché è nata?
In Libia nel 1970 vivevano 20mila italiani, perfettamente integrati con la popolazione locale. Molti di loro erano emigrati a Tripoli e avevano costruito il loro futuro investendo in attività imprenditoriali, proprio come fecero i miei nonni, con discreto successo.
Ma Gheddafi, appena salito al potere, la pensava diversamente e confiscò loro ogni avere, considerandoli un residuato dell’imperialismo fascista.
Tornati in Italia con una valigia e poco altro, senza soldi né lavoro, molti rimpatriati come i miei genitori, migliaia, finirono nei campi profughi.
I più fortunati avevano una casa in Italia e riuscirono ad avere quantomeno una fissa dimora da condividere con i diversi componenti dei nuclei familiari allargati.
Lì rimasero per mesi o, addirittura, anni in casette fatiscenti o freddi casermoni, in locali senza riscaldamento, con i bagni in comune, cibo pessimo e senza alcuna privacy.
Sperimentarono sulla loro pelle la discriminazione verso il diverso, pur essendo italiani, e le privazioni da profugo in patria.
Storie sorprendentemente simili a quelle dei migranti di oggi, coi quali condividono privazioni emotive e condizioni di vita disagiate.
Nel 1972 è nata AIRL, l’ente del terzo settore che riunisce i 20 mila italiani che subirono la confisca e furono espulsi dalla Libia.
Quali sono le prossime iniziative in programma?
La mia generazione, quella dei figli di profughi, è cresciuta in un ambiente multiculturale, dove la cultura libica è da sempre stata apprezzata e tramandata di generazione in generazione. Questo è anche il nostro obiettivo: tramandare, incoraggiare e diffondere la conoscenza di un Paese importante come la Libia.
Sarà per noi di AIRL molto importante ricominciare questa collaborazione. Essere parte attiva nelle relazioni tra Italia e Libia in tutti i campi e sotto tutti gli aspetti: formazione, impresa, cultura, archeologia, ecc.
Per questo l’Associazione lavorerà duro per raggiungere gli obiettivi prefissati, e fare in modo che il nostro lavoro sia solo l’inizio di una nuova vita, l’inizio di numerosi progetti, l’inizio di una collaborazione italo-libica stretta. Questa è la nuova AIRL.
La nostra mission è sicuramente quella di rappresentare al meglio la nostra comunità essendo per tutti un punto di riferimento per qualsiasi esigenza.
Trovo interessante questa intervista dell’imprenditore Andrea Di Maso per la doppia “figura” che rapprsenta nel rinnovato contesto AIRL affidato alla coraggiosa quanto diligente conduzione di Francesca Prina Ricotti. Per doppia figura intendo quella di Vice Presidente AIRL e imprenditore, cioè titolare di un’impresa capace di produrre perchè è questo che dobbiamo noi Italiani e in particolare noi Italiani-AIRL operare in collaborazione con la Libia, “produrre”, cioè tradurre la forte amicizia che ci unisce alla Libia ed ai Libici in virtù della storia e della geografia, in “fatti” nella forma di scambi produttivi che vanno oltre al culturale e sociale nell’impresa fondata sull’utile e scambi commerciali di prodotti utili fino all’essenziale (es: energia, cioè gas e petrolio, contro mcchinari agricoli ed edili). Io sono “vecchio e stanco/clasee 1938) per fare parte di questa nuova “forza”, cosa posso fare? Ho scritto un libro (attualmente bozza) che raccoglie racconti pubblicati sui notiziari Italiani d’Africa/di Libia e l’Oasi negli ultimi 15 anni che potrebbe essere utile ad informare l’opinione pubblica sulla nostra storia passata onde ottenere consenso sulle nostre aspirazioni attuali e future relativamente agli sviluppi dei rapporti italo-libici. Se esiste un interesse ad approfondire questa modesta ed unica opera, io socio AIRL e simpatizzante dell’Associazione Exalievi Lasalliani di Libia, ci sono.
Grazie Vittorio Sciuto.Ognuno di noi potrebbe collaborare con Airl per ampliare conoscenze utili ad entrambi i paesi e siamo gli unici a garantire che, con stima reciproca, si può fare, anzi se non noi .. chi altro? Forza è un do des che soddisfa entrambi.Spero che la Libia volga a noi italiani lo sguardo fraterno che noi, nonostante ciò che con leggerezza si dica, per conoscenza del luogo, per l’affetto che ci lega, senta la necessità di quella operosità già consolidata. A presto allora!
Cara Paulette, la tua sintesi esprime l’augurio che Italia e Libia forti delle esperienze storiche, e agevolate dalla geografia possano riprendere a frequentarsi nell’amicizia come nella cultura, negli scambi commerciali come nelle imprese, ed in questo noi Italiani di Libia, guidati dall’AIRL, possiamo essere utili nel favorire l’approcio tra le classi dirigenti dei due Paesi, sia politica che imprenditoriale. La mia idea- libro dal titolo attraente (Sulle Ali del Ghibli), mette insieme storie antiche, meno antiche e vissute, allo scopo di portare a conoscenza la Libia attraverso avvenimenti vari che hanno riguardato le “genti italica e libica”. Un caro saluto.