In occasione della Giornata internazionale della donna, le Ambasciate della Colombia e della Spagna in Italia, in collaborazione con l’Istituto Cervantes di Roma, hanno presentato l’opera “Il mio corpo dice la verità” dell’artista colombiana Luz Lizarazo.
L’installazione, che sarà esposta fino al prossimo 31 marzo nella sede principale dell’Istituto spagnolo (in via Villa Albani) pone una potente riflessione sulla violenza di genere, sulla resilienza del corpo femminile e sulla necessità di continuare a difendere i diritti delle donne.
Nella Giornata internazionale della donna, che quest’anno ha come motto “Per TUTTE le donne e le ragazze: Diritti. Uguaglianza. Empowerment”, l’opera di Lizarazo assume particolare rilevanza, in un contesto in cui la violenza contro le donne continua ad essere una realtà allarmante e spesso normalizzata. L’istallazione artistica si pone come testimonianza visiva della memoria, del dolore e della resistenza del corpo femminile.
Ispirata alla storia di Sant’Agata, martire del III secolo e patrona delle donne che hanno subito violenze sessuali e malattie al seno, l’installazione di Lizarazo “risignifica” il corpo femminile come territorio di resistenza. Si avvale della parte visivamente più esposta ed erotizzata dell’anatomia femminile, il seno, che appare nell’opera come allegoria della vita, dell’allattamento, della nutrizione e della forza. Si tratta, però, di seni mutilati esposti come montagne o catene montuose isolate su fogli di carta di fique, pianta originaria della Colombia, spesso utilizzata nei tessuti artigianali e tinta con il “Palo Brasil”, un’altra pianta autoctona che conferisce una tintura rossa ai tessuti solo quando la lavorazione viene eseguita di notte e in determinati periodi dell’anno.
Le grandi foglie di fique a terra creano i limiti di questo territorio rosso, accessibile alle montagne dei seni, e contengono inoltre dipinti di donne con sfumature di seni in cui la vita si svolge tra soli, cieli, natura, lutti, amore ed emozioni. Su tutta questa sequenza di palline di cinque cubi sulla foglia d’oro che percorre l’opera si riassumono, come riferimento al rosario, le parole di preghiera, usate in molte culture per pregare o meditare. Questo elemento è alla base della sacralità della vita e del bisogno di contemplazione e di guarigione. Nella sua rappresentazione artistica, Lizarazo trasforma la crudeltà del martirio in una topografia visiva dove i seni mutilati emergono come vulcani su un paesaggio tinto di rosso, una geografia di dolore, ma anche di resistenza e resilienza.
Questa installazione, realizzata in occasione della prima Malta Art Biennale 2023 (maltabiennale.art) ed esposta al palazzo presidenziale di La Valletta, è stata presentata in Sicilia ed è arrivata a Roma in una data di particolare significato.
La mostra è realizzata grazie al sostegno del Ministero degli Affari Esteri della Colombia, nell’ambito del Piano di Promozione della Colombia in Italia, al lavoro congiunto dell’Ambasciata della Colombia in Italia, dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dell’Istituto Cervantes di Roma, nonché dell’artista Luz Lizarazo e al gentile prestito della Galleria Casas Riegner di Bogotá.
Nel corso della sua carriera, Luz Lizarazo ha sviluppato un linguaggio visivo potente che sfida le forme di dominio esercitate sui corpi e sulle voci delle donne. Nel suo lavoro, poesia e politica convergono, creando uno spazio che rivendica l’autonomia e la liberazione femminile. Con una vasta carriera artistica, Luz Lizarazo ha esposto in varie rinomate istituzioni culturali e musei, come il Museo di Arte Moderna di Bogotá (MAMBO), la Fundación Museo de Bellas Artes di Caracas e l’Istituto Figueiredo Ferraz di San Paolo. Il suo lavoro fa parte di importanti collezioni internazionali, il che riafferma la sua rilevanza nel panorama dell’arte contemporanea.
“Il mio corpo dice la verità” è un invito a riflettere sulla forza e sulla vulnerabilità del corpo femminile, a riconoscere le storie e le verità che custodisce e a denunciare l’insopportabile e abietta violenza di genere che molte donne subiscono ancora oggi.
La mostra é aperta al pubblico fino al 31 marzo 2025 nel salone centrale dell’Istituto Cervantes di Roma, in Via Villa Albani, 16, a Roma.
Per ulteriori informazioni su orari e visite guidate, è possibile scrivere a Pablo Federico Ibarguen: pablo.ibarguen@cancilleira.gov.co
