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Anna Colarusso, Presidente del Comites di Montreal: “Essere italiani all’estero è un orgoglio e una responsabilità. La mia missione? Difendere, ascoltare, unire”

Redazione by Redazione
10 Novembre 2025
in Interviste
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Anna Colarusso, Presidente del Comites di Montreal: “Essere italiani all’estero è un orgoglio e una responsabilità. La mia missione? Difendere, ascoltare, unire”
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Avvocato di grande esperienza, figura di riferimento per la comunità italo-canadese e instancabile promotrice della cultura italiana in Québec, Anna Colarusso rappresenta da anni un ponte solido tra le istituzioni e i cittadini italiani a Montréal. Con una carriera legale avviata nel 1983 e un impegno costante nel volontariato e nell’azione sociale, la Presidente del Com.It.Es ha saputo coniugare competenza professionale e passione civile, diventando una voce autorevole, sensibile e profondamente radicata nella collettività.

Alla guida del Comitato degli italiani all’estero, ha messo al centro del suo mandato l’ascolto, la rappresentanza e la valorizzazione delle diverse anime della comunità del Bel Paese, dalle storiche generazioni di emigrati fino ai nuovi arrivati. Attraverso le sue parole, emerge il ritratto di una Montréal profondamente italiana, fatta di tradizioni che resistono, di luoghi simbolici come la Casa d’Italia e la Piccola Italia, e di persone che, pur vivendo lontano dalla madrepatria, continuano a sentirsi parte di un’identità condivisa.

Un’identità che Anna Colarusso difende e promuove con passione, competenza e professionalità, qualità che l’hanno portata nel 2012 a ricevere la Medaglia del Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta II per l’impegno sociale, il volontariato e il contributo nel campo legale.

Presidente, cosa l’ha spinta ad impegnarsi attivamente nella rappresentanza della Comunità italiana all’estero? “Sono sempre stata profondamente legata alle mie radici italiane all’estero. L’impegno nel Com.It.Es nasce dal desiderio di contribuire concretamente al benessere della Comunità, per ascoltarne i bisogni e cercare, insieme, di dare voce e visibilità agli italiani di Montreal”.

Come descriverebbe oggi la Comunità italiana di Montréal? Quali sono le sue caratteristiche distintive? “La Comunità italiana di Montréal è vivace, e profondamente radicata nel tessuto sociale, culturale ed economico della città. È composta da diverse generazioni: da chi è arrivato dopo la prima guerra mondiale, con la grande emigrazione dopo la seconda guerra mondiale a chi, più recentemente, si è trasferito per motivi di studio, lavoro o professionali. Oggi Montreal ha una delle più grandi comunità italo-canadesi del Paese, con forti legami culturali, familiari e orgogliosa della sua identità italiana”.

Ci sono abitudini o tradizioni che si sono mantenute nel tempo? E luoghi simbolo della presenza italiana in città? “Molte tradizioni si sono mantenute vive nel corso degli anni: le celebrazioni religiose e le manifestazioni culturali continuano a rappresentare momenti di incontro e condivisione. Quartieri come la “Piccola Italia”, con i suoi caffè, ristoranti e istituzioni storiche, come la Casa d’Italia, restano un punto di riferimento per la Comunità. Anche le associazioni italiane, le scuole e i centri culturali svolgono un ruolo essenziale nel preservare la lingua e la cultura”.

In generale, come viene percepita l’Italia a Montréal? “L’Italia è percepita con grande ammirazione e affetto. È vista come la culla della cultura, dell’arte, della cucina e dello stile di vita. Gli italiani sono riconosciuti per la loro laboriosità, il senso della famiglia e la capacità di contribuire positivamente alla società canadese. Allo stesso tempo, l’immagine dell’Italia è strettamente legata al patrimonio culturale e all’eccellenza del Made in Italy, che continua ad attrarre e ispirare”.

Quali sono le principali sfide che il Com.It.Es affronta oggi a Montréal? “Tra le sfide principali vi è quella di favorire la partecipazione attiva delle nuove generazioni, spesso più distanti dalle associazioni tradizionali. È inoltre essenziale promuovere una rete di sostegno per i nuovi arrivati, facilitare l’accesso ai servizi consolari e rafforzare i rapporti con le istituzioni italiane. Un’altra sfida è quella di rendere il Com.It.Es un punto di riferimento ancora più visibile, inclusivo e rappresentativo di tutte le componenti della collettività italiana”.

C’è un episodio particolare che le ha fatto capire l’importanza del suo ruolo? “Sì, ricordo bene il momento in cui abbiamo presentato un convegno sulla nuova mobilità giovanile presso la Casa d’Italia che fu un successo strepitoso. È stato allora che ho compreso quanto sia importante il nostro ruolo di ponte tra le istituzioni e i cittadini italiani all’estero”.

In che modo il Com.It.Es collabora con l’Ambasciata Italiana e le istituzioni locali? “La collaborazione è costante. Lavoriamo in stretta sinergia per promuovere progetti culturali, sociali e informativi che valorizzino la Comunità italiana”.

Fra i diplomatici conosciuti, ne ricorda qualcuno in particolare? “Ho avuto la fortuna di collaborare con diversi diplomatici di grande professionalità e sensibilità. Ricordo con particolare affetto quelli che hanno mostrato una sincera attenzione verso la Comunità italiana, ascoltandone i bisogni e partecipando con entusiasmo alle nostre iniziative. È bello quando il rapporto diventa non solo istituzionale, ma anche umano”.

Esistono iniziative culturali o sociali recenti che ritiene particolarmente significative? “Sì, penso a tutte le attività che promuovono la lingua e la cultura italiana tra i giovani, come i progetti nelle scuole e gli eventi dedicati al cinema, alla musica e all’arte”.

Ricordo più bello da Presidente del Com.It.Es? “Sicuramente i momenti di incontro con la Comunità, quando si percepisce il senso di appartenenza e di affetto reciproco. Vedere persone di generazioni diverse unite da un comune legame con l’Italia è una grande soddisfazione”.

E il più brutto? “Le situazioni in cui, nonostante l’impegno, non si riesce ad aiutare tutti come si vorrebbe. A volte ci si scontra con limiti burocratici o mancanza di risorse economiche, e questo può essere frustrante. Ma ogni difficoltà è anche uno stimolo a fare meglio”.

Quali sono gli obiettivi principali del Com.It.Es per i prossimi anni? “Vogliamo rafforzare il legame tra le nuove generazioni e l’Italia, sostenere l’integrazione dei nuovi arrivati e promuovere sempre di più la nostra cultura e la nostra lingua. Un altro obiettivo importante è quello di favorire la partecipazione dei giovani alla vita del Com.It.Es, perché rappresentano il futuro della Comunità italiana a Montréal”.

Quale messaggio vorrebbe trasmettere ai giovani italiani che guardano a Montréal come possibile destinazione futura? “Direi loro di venire con curiosità, entusiasmo e spirito di adattamento. Montréal è una città ricca di opportunità e di diversità, ma è importante essere pronti a mettersi in gioco e a costruire con pazienza il proprio percorso e a non mollare mai. E soprattutto, di non dimenticare mai le proprie radici italiane: sono una risorsa preziosa che apre molte porte e unisce le persone in ogni parte del mondo”.

Intervista di Marco Finelli

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