Inaugurata ieri, al Circolo degli Esteri, la mostra di Arte Digitale “Frammenti di bellezza” di Paola Procaccini. A ricordare l’importante lavoro svolto dall’artista, scomparsa circa un anno fa, durante il vernissage, sono stati l’Ambasciatore Mario Polverini e il Curatore della mostra, Massimo Scaringella, assieme agli Ambasciatori Gaetano Cortese e Massimo Spinetti, all’ex Direttore di Istituti Italiani di Cultura all’estero Giuseppe Manica, alla Professoressa Francesca Procaccini e all’Ambasciatore Umberto Vattani.
Attratta dalla bellezza in tutte le sue manifestazioni, amante dell’arte, a partire da quella antica, Paola Procaccini negli ultimi anni della sua vita aveva scoperto, nelle
tecnologie informatiche più avanzate, uno strumento straordinariamente ricco di potenzialità espressive. Ciò che all’inizio poteva sembrare nient’altro che la soddisfazione di una curiosità per il nuovo, nel tempo si è andato trasformando sempre più in una passione ricca di sorprese e di esiti imprevedibili.
Senza averne piena consapevolezza, aveva iniziato a percorrere le vie della Digital Art, filone diffuso e apprezzato all’estero, meno noto e praticato in Italia. Se l’arte digitale, nel nostro Paese, non è considerata alla stregua di forme d’arte storicamente consolidate come la scultura, la pittura e il disegno, è perché prevale ancora, purtroppo, il pregiudizio che il lavoro in tale ambito venga effettuato interamente dal computer. Niente di più sbagliato. A prescindere dagli strumenti utilizzati, anche questo genere di arte nasce da un lungo processo, in cui l’informatica serve solo da supporto al pensiero, allo studio, alla ricerca e all’impulso creativo.
Paola Procaccini ha scelto come “compagno di viaggio” della sua avventura il software PhotoShop, ma non lo ha utilizzato per il fotoritocco, come sarebbe stato naturale. Partendo dalla scansione di foto, disegni e dipinti propri, ha progressivamente privato i soggetti di tutte le caratteristiche originali che sentiva estranee al proprio sentire e li ha caricati di nuovi valori, così da produrre immagini totalmente diverse da quelle iniziali.
In questa mostra presenta al pubblico alcuni prodotti di questa sua affascinante esperienza – ludica e nel contempo intellettuale – in cui la tecnica si sposa all’arte, per giungere ad una comunicazione emotiva e “metafisica”.
L’esposizione si compone di due sezioni, le cui opere sono estrapolate da collezioni assai più nutrite, comprendenti rispettivamente immagini femminili e creazioni astratte, stampate su carta e su stoffa. I ritratti sono molto diversi tra loro ma, provenendo come provengono da un unico prototipo, risultano legati da un “fil rouge” che li accumuna strettamente, così da dare concreta applicazione al pirandelliano “Uno, nessuno e centomila”. Una vera e propria galleria di tipi umani che si impongono all’attenzione del visitatore per la forza espressiva e gli effetti coloristici che li contraddistinguono.
Il passo successivo ai volti è stata la realizzazione di immagini astratte. Sempre sollecitata dall’esigenza di esprimere suggestioni ed emozioni capaci di appagare la mente e l’animo, l’artista ha pensato di sostituire i volti di donna con frammenti di bellezza non riconducibili a nessuna realtà concreta. Dopo un lungo lavorio di “scarnificazione” delle immagini iniziali, essa è giunta a scegliere, come elementi caratterizzanti della stragrande maggioranza della sua produzione, il cerchio e la sfera, entrambi sinonimi di armonia, secondo Platone.
Coerentemente con tale opzione, per il logo della mostra ci si è orientati verso una creazione sferica che ricorda la Sfera di Arnaldo Pomodoro, simbolo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al quale ha dedicato quasi tutta la sua attività professionale. . Le opere astratte, nelle numerose combinazioni di linee, volumi, luci e colori di cui si compongono, mirano ad aprire la via verso un universo indefinito e suggestivo, la cui interpretazione è affidata al gusto ed alla sensibilità dell’osservatore.
Paola Procaccini è nata a Castelplanio (Ancona). Professore Associato di Archeologia, ha lasciato l’insegnamento universitario e la ricerca per entrare
nei ruoli del Ministero degli Affari Esteri, rivestendo le funzioni di Direttore degli Istituti Italiani di Cultura di Atene, Zurigo e Tunisi.
La mostra rimarrà aperta fino al 18 febbraio 2024