Imprenditore da sempre attivo in politica, in molti lo ricordano al fianco di Altero Matteoli, Gianni Calderone è Presidente del Comites Romania da un paio d’anni. Nato in Toscana da una famiglia di origine siciliane, ed emigrato a Cluji nel lontano 1997, oggi è senza dubbio uno degli italiani più conosciuti nel Paese. Fra i suoi meriti principali, la creazione di una rete capillare di relazioni su tutto il territorio romeno per la Comunità Italiana. Sua inoltre l’idea di avviare una campagna di mappatura dell’emigrazione Italiana.
Presidente, Lei ha definito il 2023 come “un anno eccezionale per il Comites Romania”. Quali, in sintesi, in maggiori risultati raggiunti?
“Sì, un anno eccezionale, e credo che nessuno possa obiettare nulla a questa mia esclamazione. Si è trattato del primo anno vero del Com.It.Es Romania, perché il 2022 ci è servito più che altro ad “avvicinarci” alle nostre deleghe e funzioni, ma soprattutto ad inserirci, con molta fatica per la verità, nei meccanismi consolidati dell’apparato diplomatico-consolare. Nel 2023 abbiamo portato avanti una serie importante di incontri, eventi e azioni che hanno dato al Comites Romania la sua naturale funzione di punto di appoggio per tutta la comunità italiana. A tal proposito, vorrei segnalare il nostro sito web Comites.ro, all’interno del quale è possibile approfondire quanto abbiamo realizzato. Particolarmente importante, a mio avviso, è stata la cooptazione di quattro nuovi consiglieri di cittadinanza romena ma di etnia e discendenza italiana, che di fatto ha sancito la riunione di tutti gli italiani, a prescindere dalla loro cittadinanza”.
A suo avviso, come si è integrata ai giorni nostri la comunità italiana in Romania?
“La nostra comunità, tra l’altro molto numerosa, con oltre centomila presenze, si è inserita benissimo nel tessuto sociale, culturale ed imprenditoriale della Romania. Le affinità sono molte, dovute principalmente alla comune radice latina, che ha sicuramente favorito l’inserimento dei nostri connazionali. Altro punto fondamentale che ci ha favorito è stata la massiccia emigrazione dei romeni in Italia, che ha comportato la naturale riconoscenza nei nostri confronti, considerando che molti qui hanno familiari e conoscenti che sono riusciti ad integrarsi eccellentemente nella Penisola. Infine, un fattore molto favorevole è legato sicuramente alla conoscenza diffusa della lingua Italiana in Romania, che ha permesso a molti di inserirsi da subito, senza aver bisogno di conoscenze linguistiche specifiche”.
Possiamo tracciare un profilo tipo dell’italiano che vive in Romania?
“Difficile tracciarne un profilo tipo, visto che in Romania si sono susseguiti negli anni diversi tipi di immigrazione: la prima ondata degli anni 90 era formata soprattutto da piccoli imprenditori che cercavano di ampliare la loro attività o addirittura cancellare gli errori fatti in passato; la seconda ondata degli anni 2000 ha portato grandi imprenditori e relativi grandi manager, che hanno dato lustro e peso specifico alla nostra comunità; l’ultima ondata è quella che ha portato, in considerazione delle recenti problematiche relative al costo della vita in Italia, sia pensionati, che qui riescono a sbarcare meglio il lunario, sia molti giovani in cerca di occupazione, prevalentemente nel settore informatico e dei call-center. Tornando alla domanda, viene dunque naturale affermare che in Romania troviamo ogni categoria del tessuto sociale italiano”.
Come definirebbe oggi, in generale, i rapporti del Comites con le rappresentanze diplomatico-consolari?
“Oggi li definirei ottimi. Dopo una naturale difficoltà iniziale, dovuta ad aggiustamenti e a piccole frizioni, dovute principalmente al fatto che il Comites non ha funzioni ottimamente organizzate per carenze dovute a una legislazione molto vaga e priva di reali supporti finanziari e, soprattutto, perché, essendo l’unico organo elettivo di tutto l’apparato diplomatico-consolare, non ha avuto, per scelta mia e dei miei consiglieri, nessun timore reverenziale. Detto questo, ci tengo a ringraziare il capo della cancelleria consolare, dottoressa Gabriella Navarra, per il supporto costante offerto, e l’Ambasciatore, S.E. Alfredo Durante Mangoni, per il continuo confronto e per i suoi stimoli che ci hanno permesso di migliorarci costantemente. A mio avviso, a livello generale, urge un nuovo ripensamento di tutta la legislazione su ciò che ruota attorno agli Italiani nel mondo, settore ahimè molto sottovalutato e preso in considerazione solo in momenti di opportunità elettorale. Per non parlare del CGIE, che avrebbe bisogno di una radicale revisione, a partire da nuovi criteri di elezione dei suoi rappresentanti e da una chiara esposizione delle sue funzioni, che oggi appaiono labili e non ben definite”.
Come Comites Romania avete punti di contatto anche con altri Comites nel mondo?
“Assolutamente sì. Sono stato uno dei fondatori di una chat che raggruppa quasi tutti i Comites del mondo, che ci permette di scambiare esperienze e consigli, in cui abbiamo inserito anche il segretario generale del CGIE , dottor Michele Schiavone, con cui abbiamo uno splendido rapporto. Questa modalità favorisce al massimo la nostra interazione e costituisce un collegamento mondiale in grado di risolvere collegialmente tutta una serie di problematiche che altriementi non avremmo avuto la possibilità di affrontare. Una delle più qualificanti esperienze collegiali in occasione dell’inizio della guerra in Ucraina, è stata l’istituzione, assieme al Comites Polonia, nella persona del suo Presidente dottoressa Silvia Rosato, di un numero verde comune per aiutare tutti i nostri cittadini in difficoltà che si trovavano nel territorio ucraino devastato dalla guerra”.
In generale, stilando un bilancio, come valuta la sua esperienza da Presidente?
“Una esperienza meravigliosa, che ha dato una svolta alla mia vita, facendomi occupare dei problemi degli Italiani in Romania a tempo pieno, anche a scapito del mio lavoro e della mia famiglia. Devo dire però che sono molto soddisfatto dei risultati, e che la mia famiglia mi segue con attenzione ed è consapevole del difficile compito che sto tentando di svolgere al meglio delle mie possibilità. Purtroppo l’unica nota dolente che registro è legata al poco interesse che lo Stato italiano prova nei confronti dei suoi cittadini sparsi nel mondo, riservando loro poca attenzione e pochissime risorse finanziare ed organizzative. Ci tengo moltissimo a ringraziare il mio vicepresidente, dottor Pio Cesare, ma anche tutti i consiglieri che mi hanno supportato sempre ed in ogni modo”.
Se le chiedessi di selezionare il suo ricordo più bello?
“I ricordi belli sono molteplici, ma credo che, più di ogni altra cosa, siano le attestazioni di stima da parte dei nostri connazionali a meritare di essere ricordate. Per quanto mi riguarda, il momento più esaltante è stato il tour in Sicilia con il Ministro romeno per la diaspora, con il quale abbiamo visitato le Istituzioni dell’isola, una visita ufficiale che ha legato ancora di più le due comunità. Altro momento toccante è stato l’accordo con due partiti romeni, uno di destra e l’altro di sinistra, volto a favorire la candidatura dei nostri concittadini italiani nelle liste elettorali comunali e quindi la loro presenza nelle istituzioni locali romene”.
E quello più brutto?
“Senza ombra di dubbio è legato al mancato invio di fondi nel 2023, che ci sono stati rifiutati per il motivo ridicolo che non avevamo ancora speso quelli del 2022, arrivati solo il 28 novembre dell’anno e che dovevano essere impiegati entro dicembre. A mio avviso si è trattato di un escamotage volto a tagliare di fatto tutti i fondi ai neo Comites, costituiti in quell’anno. Se posso parlare fuori dai denti, uno stato che riserva al Comites Romania 5000 euro all’anno di finanziamento, e chiede di garantire sede sociale e segreteria, per me è sicuramente fuori da ogni logica possibile. Se non ci autofinanziassimo, non riusciremmo neanche a pagarci i viaggi all’interno della nostra area di influenza”.
Quali sono le prossime attività in programma?
“Abbiamo iniziato l’anno alla grande, come d’altronde è nostra consuetudine, avendo avuto incontri eccellenti al Parlamento italiano per la programmazione di una “tre giorni” di incontri con la comunità italiana da parte del presidente del Gruppo per le Relazioni con la Romania, On. Fabrizio Comba, e il Vicepresidente della Commissione Esteri del Senato, Roberto Menia. Il nostro programma prevede inoltre iniziative importantissime per l’anno in corso di supporto ai cittadini che vogliono candidarsi alle elezioni comunali e nazionali, visto che la minoranza italiana ha diritto ad avere un parlamentare nella Camera dei Deputati romena. Punto focale del nostro impegno sarà il consolidamento dell’accordo con la Scuola Aldo Moro di Bucarest e la scuola Gheorghe Baritiu di Cluj per lo sviluppo di programmi comuni, che abbiano lo scopo dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana ad un pubblico sempre più vasto. Continueremo inoltre il tour delle città periferiche della Romania in modo da terminare la mappatura dell’emigrazione italiana, sia nella versione moderna che in quella di fine ‘800. Vogliamo infine proseguire con gli oramai famosi “giovedì culturali del Comites”, che porteranno artisti italiani a confrontarsi con i nostri emigrati in Romania”.
Haide presidente 💪❤️
Sono orgoglioso di starti accanto !
Ad altiora ☺️
Sono anni che vivo in Romania iscritto AIRE ma non conosco tantomeno sentito di parlare di questo signore. I 5000 € a gratis sono pari alla pensione minima italiana per fare cosa? Tenta la carriera politica?