“Il Governo Meloni ha dimostrato di essere saldamente europeista e all’interno del blocco Nato non perché c’è una avversione a priori verso altri Paesi del mondo ma semplicemente perché, se in tempo di pace è importante sapere da che parte si sta, in tempo di guerra è a dir poco indispensabile”. Lo ha detto il Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri Giorgio Silli, intervenuto oggi alla presentazione del libro di Stefania Schipani “Europa Ucraina: voltiamo pagina”, che si è tenuta nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati.
“Siamo saldamente a fianco dell’Ucraina e lavoriamo per una pace, che però sia giusta. E pace giusta significa che non possiamo concedere ciò che è stato preso con la forza e contro il diritto internazionale – ha aggiunto il Sottosegretario -. Gli italiani sono sempre stati ottimi mediatori, basti pensare cosa sono riusciti a fare i nostri Ministri degli Esteri nella storia, quindi sono certo che potremo anche noi recitare il nostro ruolo”.
Poi rispondendo a una domanda sul possibile impiego di soldati italiani in Ucraina, Silli ha chiarito: “Non credo che succederà mai, basti solo pensare che l’Ucraina non fa parte della Nato. A livello militare noi siamo però importantissimi sul fronte della formazione, che da sempre pratichiamo con successo, non solo a eserciti, ma anche a forze di polizia di Paesi amici. Abbiamo poi enormi progetti nell’ambito della cooperazione internazionale e un’industria della difesa fra le più importanti del mondo, forse fra le prime cinque, e un export enorme di tecnologie di difesa… che non significa solo armi”.
Concludendo il suo intervento, il Sottosegretario Silli ha poi sottolineato: “Pur prendendo atto delle critiche di parte dell’opinione pubblica, a volte non proprio fondate su analisi storiche, ci tengo a dire che negli aiuti all’Ucraina siamo in prima linea non perché dobbiamo dimostrare qualcosa a qualcuno, ma semplicemente perché crediamo che sia pericolosissimo legittimare quello che è successo, creando così un precedente per cui da domani ogni Stato può invaderne un altro ritenuto più debole, magari per sistemare divergenze sui confini in barba ad accordi e trattati internazionali. Per assurdo, a chi grida “con gli aiuti fate scoppiare la terza guerra mondiale” io dico che è esattamente il contrario, e cioè che così la evitiamo. Per arrivare a una pace giusta, a mio avviso, dobbiamo far vedere a tutti che il mondo è contro i prepotenti, ovunque essi siano”.