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Paul Badde è scomparso a Manoppello. Il giornalista e scrittore divulgatore del Volto Santo riposa accanto alla Basilica

Redazione by Redazione
30 Novembre 2025
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Paul Badde è scomparso a Manoppello. Il giornalista e scrittore divulgatore del Volto Santo riposa accanto alla Basilica
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di Antonio Bini

E’ morto a Manoppello, in Abruzzo, “un luogo che considerava casa sua” ha scritto Guido Horst sul quotidiano tedesco Die Tagespost, mentre Bernhard Müller, di Vatican Magazine, ha parlato di “uno scrittore di eccezionale calibro che ha arricchito il mondo con i suoi reportage e i suoi libri. Era uno che sapeva scrivere magistralmente di qualsiasi cosa e, negli ultimi decenni, ha dedicato tutto il suo talento all’annuncio del Cristo risorto”, il Volto Santo. Ma le citazioni potrebbero essere molte altre.

Paul Badde era nato in Germania, a Schaag, vicino Aquisgrana, il 10 marzo 1948. Ha studiato nelle Università di Friburgo e Francoforte ed è stato docente di storia e politica per poi scegliere la professione di giornalista, lavorando per autorevoli quotidiani tedeschi come Franfurter Allegemeine Zaitung, Die Zeit e Die Welt. Per quest’ultimo giornale è stato inviato da Gerusalemme, e poi da Roma. Dal 2013 è stato autore per la rete televisiva americana EWTN. La sua vita era cambiata quando nella primavera del 2004 recandosi a San Giovanni Rotondo, per un servizio riguardante l’imminente inaugurazione del nuovo Santuario progettato da Renzo Piano, decise di fare una piccola deviazione per conoscere il Volto Santo di Manoppello di cui aveva sentito parlare.

Quell’incontro fu per lui folgorante: “l’immagine mi aveva sopraffatto”, scrisse poi, iniziando a dedicarsi in modo frenetico a studi e ricerche sulla sacra immagine, riprendendo gli studi di suor Blandina Paschalis Schlömer, che aveva documentato la sovrapponibilità del Volto Santo con la Sindone, e soprattutto quelli di p. Heinrich Pfeiffer, che aveva identificato il velo con la leggendaria Veronica. Con loro stabilirà contatti frequenti e d’amicizia, individuando anche nuovi ambiti di approfondimento, soprattutto di carattere storico, scoprendo contrarietà, diffidenze, se non anche ostilità nei confronti delle tesi dei due studiosi tedeschi che progressivamente avvertì anche su di sé.  Iniziò a fotografare il Volto Santo dotandosi di macchine digitali sempre più potenti, svelando particolari inediti, annotando “non è un’immagine, ma una serie di immagini insieme”, peraltro sempre diverse. Tante sue foto sono ora molto diffuse in quanto le concedeva volentieri in uso a studiosi e giornalisti di vari paesi.

Nelle settimane successive chiese ai cappuccini di poter essere ospitato una decina di giorni in una cella del convento per immergersi nella vita della comunità religiosa, rimanendo vicino al Volto Santo e raccogliendo ogni possibile documentazione, avendo subito maturato l’idea di scrivere un libro. Conobbi Paul proprio in quel periodo, percependo il suo entusiasmo e il suo spessore umano e culturale. Gli misi a disposizione alcuni libri, articoli che avevo scritto e informazioni in mio possesso sulla figura mistica di p. Domenico da Cese e il suo rapporto con Padre Pio, sempre a proposito del Volto Santo. Ricordo che in quei giorni osservò una dieta estrema, nutrendosi solo di acqua e miele, per mantenere la massima concentrazione, mi disse.

Nel corso delle ricerche incontrò subito suor Blandina e poi la maestra di bisso Chiara Vigo, giunta a Manoppello nel settembre 2004, che confermò l’ipotesi che il tessuto finissimo e trasparente del velo provenisse dalla preziosa “seta di mare”, i filamenti provenienti dalla pinna nobilis. Nello stesso periodo chiese presso il Vaticano per poter visionare quella che era ritenuta la Veronica, custodita alla sinistra dell’altare maggiore, al di sopra della statua realizzata dal Mochi. Intanto aveva visto ed esaminato presso il Museo del Tesoro di san Pietro l’antico reliquario, donato da mercanti veneziani intorno al 1350, che aveva custodito la Veronica tra due vetri rotti, segno tangibile della visibilità del velo da entrambe i lati. Dopo varie insistenze, nel marzo 2005, il cardinale Marchisano, allora presidente della Fabbrica di San Pietro, gli fece comunicare la possibilità di vedere la Veronica, custodita dai canonici di San Pietro. Fu negata qualsiasi possibilità di fotografare l’immagine, che peraltro appare quasi totalmente scura. Badde chiese se poteva almeno misurare il dipinto, prendendo forse di sorpresa i custodi, i quali non obbiettarono nulla.

Con sorpresa accertò che il campo visivo della Veronica misurava 32 x 20. La circostanza confrontata con il campo visivo dell’antico reliquario, che misura 25 x 25, proverebbe da sola l’esistenza di un falso, considerato che “questa reliquia”, scrisse poi Badde, “non entrerebbe nell’antica cornice vuota della Veronica”. Ne scrisse ampiamente su Die Welt il 22 marzo 2005: “non c’è un volto, neanche l’accenno di un volto”. In quei mesi febbrili partecipò le sue progressive conoscenze al cardinale Ratzinger, suo vicino di casa in un palazzo della Santa Sede dove viveva a Roma. Ma inviò un’ampia documentazione fotografica anche a papa Giovanni Paolo II. Non deve escludersi che il clamoroso riscontro sulla falsa Veronica contribuì a fare qualche chiarezza negli anni successivi, quanto in data 11 luglio 2011, sotto il pontificato di Benedetto XVI, la Sala Stampa Vaticana diramò un comunicato in cui, a margine di una mostra, si affermava, dopo tanto silenzio, che la Veronica era scomparsa durante il Sacco di Roma del 1527.         

Nel mese di settembre 2005 venne pubblicato il suo primo libro sul Volto Santo dal titolo “Das muschelseidentuch. Auf der suche nach dem wahrem Antlitz Jesu” (Il velo di seta. Alla ricerca del vero volto di Gesù), per l’editore Ullstein di Berlino. Il primo ottobre, Paul mi inviò il libro da Roma con una dedica “in segno di riconoscenza”. Ma il primo a ricevere il libro fu il cardinale Ratzinger, nel frattempo divenuto papa dal 19 aprile. Il libro ebbe numerose recensioni positive, con il settimanale tedesco che lo definì non a torto “un giallo culturale, pieno di suspense e intrecci, a mò di Dan Brown”. Il primo settembre 2006 papa Benedetto XVI visitò il Santuario, elevandolo a Basilica e dedicando, ad un anno di distanza, una preghiera dedicata al Volto Santo, con accenni al valore della sacra immagine nella storia della Chiesa universale. Un’edizione aggiornata del libro fu pubblicata nel 2006 con il titolo “Das Göttliche Gesicht.Die abenteuerliche Suche nach dem wahren Antlitz Jesu (Il volto divino. La ricerca avventurosa del vero volto di Gesù), edito da Pattloch Verlag, Monaco. Il libro divenne in poco tempo un best seller, un successo internazionale, grazie a successive edizioni in vari paesi, a partire dalla Polonia, Francia, ecc. La prima edizione in lingua italiana, a cura della Newton Compton, avvenne nel 2007, con il titolo “La seconda Sindone. La storia del vero volto di Cristo”. Nel 2010 il libro ebbe finalmente un’edizione in lingua inglese, con il titolo “The Face of God”, curata da Ignatius Press a San Francisco. Nello stesso anno l’ENEA riconobbe la natura acheropita del Volto Santo.

Nel 2012 fu pubblicato un nuovo libro, edito solo in inglese e sempre per Ignatius Press, dal titolo “The True Icon: From the Shroud of Turin to the Veil of Manoppello”, dedicato a fr. Vincenzo D’Elpidio, di cui percepiva la continuità con Padre Domenico da Cese di cui era stato amico.  Paul era molto legato a fra Vincenzo, scomparso il 15 dicembre 2020. Infine, un agile libretto dal titolo “Il tesoro di Manoppello: davanti al volto umano di Dio”, Effatà Editrice, Torino, 2017, anche in questo caso seguito da edizioni estere in varie lingue. Molte persone, da vari paesi del mondo, in questi giorni hanno espresso la propria gratitudine allo scrittore per aver conosciuto il Volto Santo grazie ai suoi libri. Per soddisfare tante richieste, la celebrazione funebre è stata trasmessa in diretta streaming sulla pagina FB della Basilica.

Quando nel 2013 andò in pensione, lasciando Die Welt, gli chiesi se pensasse di tornare in Germania. Ricordo che mi rispose “Antonio dopo diversi anni trascorsi in Italia come faccio a rientrare in Germania?”. Era legato al nostro paese e all’Abruzzo in particolare. Continuò a lavorare per la televisione cattolica americana EWTN come autore, prendendo una casa in affitto a Manoppello, in via Domenico da Cese, nei pressi del Santuario, che poteva ammirare dall’alto della collina. Per la EWTN realizzò vari servizi sul Volto Santo e uno straordinario documentario dal titolo “Pater Domenico aus Cese. Der Lange weg nach Turin”, con uno approccio storico alle vicende del prosciugamento del Lago Fucino e al terremoto del 1915. Collaborando a quel lavoro gli feci ascoltare una raccolta di musiche eseguite dall’Associazione Zampogne d’Abruzzo. Alcune divennero la colonna sonora del documentario e la programmazione della rete decise di mandarlo in onda la vigilia di Natale del 2014.

Nel settembre 2015 prese parte, insieme a p. Carmine Cucinelli e don Bonifacio Ted Lopez, ad una missione internazionale per la divulgazione del Volto Santo negli Stati Uniti, Canada e Filippine, promossa e sostenuta dalla devota americana di origini filippine Daisy Neves. Il programma comprendeva anche alcune intronizzazioni del velo di Manoppello in varie città. Alla fine del 2015, da una sua proposta, si procedette alla rievocazione dell’antico rito di Omnis Terra, con cui papa Innocenzo III nel 1208 iniziò il culto pubblico della Veronica, portando in processione il venerato velo dalla Basilica di San Pietro alla vicina chiesa di Santo Spirito in Sassia. Durante le esequie, alcuni componenti del coro ricordavano con emozione quella straordinaria giornata vissuta portando una replica del Volto Santo custodita in un antico reliquario di inizio Novecento. Da allora l’evento viene celebrato ogni anno a Manoppello nella seconda domenica successiva all’Epifania. 

Occorre ricordare che Paul Badde aveva raggiunto la fama mondiale con la pubblicazione di “Yossl Rakover si rivolge a Dio”, racconto drammatico di un ebreo lituano nel ghetto di Varsavia che chiamò in causa Dio e il suo silenzio di fronte agli orrori del nazismo. Una storia che Badde aveva riscoperto, studiato e tradotto. In Italia il piccolo libro è stato pubblicato dall’editore Adelphi, raggiungendo 13 edizioni. Proprio a questa sua particolare sensibilità rispetto ai riflessi del nazismo lo portò ad interessarsi della tragedia di Onna, all’indomani del terremoto che colpì l’Aquila il 6 aprile 2006, distruggendo il vicino villaggio, di cui voglio offrire un ricordo personale.

Alcuni giorni dopo il sisma Paul mi chiese di aiutarlo a ricostruire l’eccidio di Onna, nel quale furono assassinati 17 civili nel giugno 1944, con l’esercito tedesco ormai in ritirata. Il richiamo a quella tragedia era riecheggiato sulla stampa internazionale, ma Paul desiderava saperne di più di quella storia in quella frazione divenuta epicentro del terremoto. Anni prima avevo visto per caso, recandomi a L’Aquila, la locandina di una piccola mostra sul ritrovamento di alcune foto immediatamente successive alla strage. Non ricordo nemmeno come, ma riuscii a rintracciare Aldo Scimia che organizzò quella mostra insieme al giornalista Giustino Parisse. Con Paul ci demmo l’appuntamento alle porte di Onna, dove era stata allestita la tendopoli. Scimia era riuscito a tirar fuori dalla sua casa in macerie alcune foto custodite tra fogli di plastica infangati, che vedemmo insieme, sul cofano della sua auto. Ricordo ancora che in quei momenti sentimmo una lunga scossa superficiale sotto i nostri piedi. Facemmo poi un giro in silenzio tra le rovine del paese, mentre Paul annotava, accompagnata dall’inseparabile moglie Ellen, che parlava l’italiano meglio di lui, che invece era più a suo con l’inglese. Parlammo poco quel giorno. Paul era pensoso, osservava tutto con attenzione, raccoglieva appunti. Sentì profonda solidarietà per quella piccola comunità.  

Era un giornalista autorevole e rientrando a Roma informò l’ambasciatore tedesco in Italia. Pubblicò un primo articolo su Die Welt il 26 aprile e un altro due giorni dopo in cui ricordò quella tragedia, con un box in cui si dava la notizia dell’attivazione di un conto corrente presso l’Ambasciata per raccogliere fondi in Germania per la ricostruzione di Onna, corredata dalla piccola foto di alcune donne atterrite dal dolore davanti ad alcune casse delle vittime poggiate per terra. Fece pubblicare una sintesi anche sul sito dell’agenzia cattolica Kath.net. Diversi giorni dopo quell’immagine venne riproposta dal popolare quotidiano Bild. Badde seguì poi anche la visita di Benedetto XVI ad Onna e L’Aquila. Con i fondi raccolti fu restaurata l’antica chiesa di San Pietro Apostolo (per una spesa di 3,7 milioni di euro) e costruite due strutture per la comunità, Casa Onna e Casa della Cultura.  Una vicenda che fa comprendere l’importanza di un giornalismo serio, in grado di unire storia e sensibilità culturali e umane, per una comunicazione in grado di coinvolgere tante persone per fini nobili e concreti. Qualche anno fa, ricordando quella giornata particolare nel fango, sentii il dovere di ringraziarlo per quanto aveva fatto per Onna. Negli ultimi anni ha avuto problemi di salute che non hanno però mai spento il suo indissolubile rapporto con il Volto Santo.

Il 15 dicembre i funerali si sono svolti eccezionalmente nella Basilica del Volto Santo, davanti a familiari e conoscenti giunti dalla Germania, insieme ad altre persone provenienti da varie parti d’Italia e naturalmente diversi manoppellesi. Poco prima della messa un gruppo di pellegrini polacchi aveva lasciato il Santuario.  La celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo della Diocesi di Chieti-Vasto mons. Bruno Forte, insieme a p. Simone Calvarese, ministro provinciale dei cappuccini del Centro Italia, p. Antonio Gentili, rettore del Santuario, p. Carmine Cucinelli, p. Marian Michniak e p. Girolamo De Rosa. Presenti le suore polacche Ancelle del Santissimo Sangue. Mons. Forte nella sua omelia, in italiano e poi in tedesco, ha offerto un ricordo personale dello scrittore nei cui confronti, esprimendo gratitudine per i suoi studi sul Volto Santo e per la fede con cui ha accompagnato la sua attività di divulgazione, manifestando il suo cordoglio nei confronti della moglie Ellen e dei figli Raam, Joseph, Jakob, Mia e Christina, del fratello Hans Peter.

Al termine della messa è intervenuto p. Antonio Gentili, che ha definito Badde “cercatore di verità”, sottolineando l’umiltà con cui ha frequentato per anni il Santuario, confondendosi con i tanti pellegrini. E’ seguito l’intervento del sindaco Giorgio De Luca, che indossava la fascia tricolore, il quale ha richiamato ai presenti il desiderio di Badde di essere sepolto nel cimitero di Manoppello, il suo rapporto cordiale con la popolazione, il positivo clima di collaborazione instauratosi in passato con p. Heinrich Pfeiffer e suor Blandina e come il Comune di Manoppello nel 2010 consegnò allo scrittore, ad opera del suo predecessore Gennaro Matarazzo, pure presente alle esequie,  “le chiavi della città”, come riconoscimento dei suoi legami con la comunità locale. Paul ne era orgoglioso, ricordando che solo papa Benedetto XVI aveva avuto lo stesso riconoscimento.

Tra i tanti presenti abbiamo individuato Robert Moynihan, direttore del periodico americano Inside The Vatican, Martin Rothweiler, responsabile della programmazione de EWTN (Germania), Markus van den Hövel, autore di Der Manoppello-Code, l’editore Bernhard Müller, gli studiosi Dirk Weisbrod e René Udwari, la  giornalista polacca Aleksandra Zapotoczny autrice del saggio Stygmatyk z Manoppello, sulla storia di Padre Domenico e il Volto Santo, Marco Gandolfo, regista e documentarista, Angelo Rytz divulgatore arrivato dalla Svizzera, mentre suor Petra Maria Steiner, studiosa impegnata la sera prima in una conferenza sul Volto Santo a Karlsfeld, a nord di Monaco di Baviera, ha guidato tutta la notte per partecipare ai funerali. Ognuno ha un ricordo di Paul.

Suor Blandina, che vive da eremita a Manoppello dal 2003, mi dice “sono molto grata a Paul per la sua amicizia e tutti i tesori che ha scavato e portato alla luce riguardo al Volto Santissimo del Signore. Ringrazio Dio per il suo lavoro intenso in favore del Volto Santo e la diffusione della sua conoscenza.”

Dopo la celebrazione in chiesa, la bara di Paul, seguita da una composta folla commossa di parenti e amici, è stata portata nel confinante cimitero.  La sepoltura è stata accompagnata dai canti “Mater nostra ora pro nobis” e “Te Deum” in tedesco. Alla conclusione del rito ha preso la parola Martin Rotweiler il quale aveva con sé una piccola scatola contenente della terra proveniente dal Santo Sepolcro di Gerusalemme, ricevuta in dono anni prima proprio dall’amico Paul. Al breve annuncio seguì lo spargimento della terra sulla bara. Paul Badde riposerà per sempre a Manoppello, a qualche metro di distanza dall’amato Volto Santo, mentre i suoi libri continueranno a raccontare a lungo le sue ricerche e le sue intuizioni sul misterioso velo.

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