Presentata alla vigilia della XXXIII edizione del Convegno anglo-italiano di Pontignano, la foto scattata da SWG sulla percezione del Regno Unito in Italia – l’ottava da quando l’Ambasciata britannica ha commissionato all’istituto di ricerca di Trieste la prima indagine su questo tema – rivela uno spiccato, ulteriore riavvicinamento e una rinnovata propensione degli italiani verso il Paese d’oltremanica.
Il merito di questo rinnovato slancio nei confronti del Regno Unito va rintracciato in diversi fattori, che sono una combinazione di esperienze personali positive, testimonianze dirette ed eventi straordinari che hanno caratterizzato la relazione tra i due Paesi in questi ultimi dodici mesi.
Il Regno Unito resta il quarto Paese percepito come più vicino al cuore degli italiani, dopo Spagna, Francia e Grecia, ma cresce tra i più giovani la sensazione di profonda affinità che posiziona il Regno Unito al terzo posto sul podio, unico tra i Paesi prediletti al di fuori dell’area del Mediterraneo.
A raggiungere livelli senza precedenti negli ultimi anni è la propensione degli italiani verso il Regno Unito. Tra quanti hanno visitato il Paese per turismo, cresce la percentuale, già alta, di quanti ci tornerebbero: sono ora oltre 9 su 10 (91%), +6% rispetto al 2024.
Tra chi ci è stato, 1 su 5 ci ha trascorso almeno un anno. Di questi, 4 su 5 giudicano la propria esperienza positiva (78%), in aumento del +19% rispetto al 2024. Esperienza negativa solo per il 2% del campione.
La metà degli italiani – 6 su 10 al sud – hanno amici o parenti che vivono oltremanica: 3 su 4 dichiarano di ricevere da questi testimonianze positive sulla loro esperienza in UK. 9 italiani su 10 hanno il desiderio di recarsi nel Regno Unito ma, tra questi, in significativo aumento – ai massimi dall’inizio delle rilevazioni – è il numero di quanti dichiarano che ci andranno “sicuramente”, praticamente 1 italiano su 2 (46%, +7% rispetto al 2024), e fino a 3 giovani su 5 tra i 18 e i 24 anni.
La quasi totalità del campione, il 94%, dichiara di aver preso in considerazione l’idea di andare in vacanza nel Regno Unito. Lo stesso pensiero riguarda la totalità dei giovani under 24 (99%),mentrel’85% di questi ha pensato di recarvisi per lavoro (+9% rispetto al 2024) e l’88% per studio (+8% sul 2024).
Tra i prodotti made in Britain maggiormente apprezzati in Italia, spiccano la musica, i film e le serie TV, grandi manifestazioni sportive, come Wimbledon o la Premier League, e la bevanda British per eccellenza, il tè. 9 italiani su 10 ritengono importante che Regno Unito e UE mantengano rapporti stretti, anche perché ciò potrà portare vantaggi e maggiori benefici nei rapporti con l’Italia. Nonostante la Brexit, si considera infatti giusto fare accordi per favorire scambi tra UK e UE che favoriranno anche l’Italia.
In netta crescita rispetto all’ultimo anno (+9%), 4 italiani su 5 auspicano che si consolidi il legame stretto tra Italia e UK. Cresce anche la maggioranza di quanti ritengono auspicabile che la collaborazione UK-Italia continui, in tutti i settori: circolazione delle persone (+6%), ricerca e innovazione (+5%), istruzione e università (+5%), commercio e investimenti (+4%), ma anche cultura e arte (+9%), sviluppo sostenibile (+4%), sicurezza e difesa (+8%), politica estera (+7%) e immigrazione illegale (+4%).
In particolare, 8 italiani su 10 si dicono favorevoli a un programma per facilitare la circolazione dei giovani tra il Regno Unito e i Paesi dell’UE, Italia inclusa.

In un anno caratterizzato per le relazioni tra Italia e Regno Unito dalla storica visita in Italia di Re Carlo e della Regina Camilla dello scorso aprile, 3 italiani su 4 se ne ricordano e per quasi 9 su 10 la Visita Reale ha confermato i buoni rapporti tra i due Paesi. Oltre 8 italiani su 10 ritengono che la visita abbia inoltre dimostrato l’amore sincero del sovrano per l’Italia, con il suo discorso nel Parlamento italiano riconosciuto come un successo.
Grazie alla visita, risulta molto più diffusa quest’anno la percezione che con Carlo III a capo della Monarchia britannica sia in corso un avvicinamento con l’Italia, con una percentuale tripla rispetto allo scorso anno, +32%, dal 16% del 2024 alla metà della popolazione (48%). Solo l’1% ritiene il contrario. 1 italiano su 2 (52%) è al corrente del nuovo requisito indispensabile dal 2 aprile scorso per recarsi nel Regno Unito, ovvero l’Autorizzazione Elettronica di Viaggio (Electronic Travel Authorisation – ETA). Tra tutti, i più giovani (18-34 anni) ne sono maggiormente al corrente (61%), a fronte di una porzione leggermente più bassa nella fascia di età oltre i 55 anni (47%). 3 italiani su 4 dichiarano di non aver ancora avuto bisogno di un’ETA, mentre il 18% ne è già entrato in possesso, a fronte di un 6% che, pur avendone avuto bisogno, non l’ha ancora fatta.

Tra quanti sono già in possesso di un’ETA, poco più di 1 su 3, il 37% ha usato i canali ufficiali del governo britannico, mentre oltre la metà (53%) ha utilizzato canali non ufficiali, incorrendo in una maggiorazione del costo previsto per l’ETA, che è di 16 sterline.
Tenendo in considerazione che oltre la metà di quanti hanno ottenuto l’ETA ha utilizzato canali non ufficiali, il 55% di chi ne hanno fatto richiesta dichiara di aver avuto problemi nel corso della procedura, mentre per il 45% è filato tutto liscio.