Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda gratitudine per l’iniziativa promossa dal Cardinale Matteo Zuppi a Monte Sole di Marzabotto, dove, tra i ruderi della chiesa di Casaglia, luogo di una delle più atroci stragi nazifasciste, sono stati letti i nomi e le età di oltre dodicimila bambini palestinesi e israeliani uccisi in Terra Santa tra il 7 ottobre 2023 e il 15 luglio 2024.
Non un elenco sterile, ma un atto di compassione radicale: il Cardinale Zuppi ha aperto la maratona pronunciando il primo nome, inaugurando una catena di voci che ha trasformato ogni sillaba in un richiamo alla coscienza. Con parole semplici e definitive, ha ricordato che “le lacrime dei bambini sono quello che c’è di più insopportabile” e che questo deve renderci insopportabile la violenza.
“Come docenti e come cittadini – si legge in una nota del Coordinamento – riconosciamo che questo gesto è un esempio di pedagogia civile: educare attraverso la memoria, trasformare il dolore in impegno, dare dignità a chi la violenza ha voluto cancellare”.
La proposta di portare questo rito nelle scuole italiane ha un valore educativo profondo: insegna a guardare oltre i confini geografici e culturali, riconoscendo in ogni bambino la stessa dignità e lo stesso diritto alla vita. Rafforza nei giovani la capacità di empatia e la consapevolezza che la pace si costruisce con gesti concreti, non con parole astratte. Sul piano comunicativo, l’impatto della lettura dei nomi è immediato e universale: ogni voce che pronuncia un nome diventa portatrice di memoria e di impegno. Si tratta di un linguaggio che supera barriere linguistiche e ideologiche, tocca le coscienze e si radica nei cuori.
“Portare questa esperienza nelle aule significa creare un ponte tra passato e presente, tra la storia e il vissuto degli studenti, e far comprendere che il silenzio di fronte all’ingiustizia è già una forma di complicità. Per questo – conclude il CNDDU – rivolgiamo un appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché faccia propria questa proposta e la promuova in tutte le scuole italiane: che il primo giorno di ogni anno scolastico diventi un momento solenne dedicato alla lettura simbolica dei nomi di bambini vittime di guerre, conflitti e stragi, in ogni epoca e latitudine. Un rito laico e universale, capace di insegnare che dietro ogni numero c’è una vita e che la conoscenza, senza empatia, rischia di diventare sterile”.