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Domenico Coco, Console Onorario dell’Azerbaigian a Catania e Decano del Corpo Consolare della Sicilia Orientale: ” Il mio ricordo più bello? L’Onorificenza ricevuta dal Presidente Ilham Aliyev”

Redazione by Redazione
19 Giugno 2025
in Interviste
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Domenico Coco, Console Onorario dell’Azerbaigian a Catania e Decano del Corpo Consolare della Sicilia Orientale: ” Il mio ricordo più bello? L’Onorificenza ricevuta dal Presidente Ilham Aliyev”
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Responsabilità, pragmatismo e visione interculturale: sono queste le tre direttrici che guidano l’impegno quotidiano del Decano del Corpo Consolare della Sicilia Orientale, nonché Console Onorario dell’Azerbaigian a Catania dal 2015, Domenico Coco, imprenditore che ha saputo trasformare un incarico onorifico in uno strumento concreto di dialogo tra popoli, rafforzando i legami istituzionali, culturali ed economici tra la Regione e numerosi paesi esteri.

A capo di un organismo che riunisce Consoli di carriera e onorari provenienti da diversi contesti, il Decano racconta le sfide e le opportunità di chi, come lui, opera al confine tra rappresentanza e mediazione, contribuendo allo sviluppo delle relazioni internazionali in una terra ricca di storia, arte e potenziale come la Sicilia Orientale.

Nel corso degli anni, il suo lavoro si è intrecciato con quello dell’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia, dando vita a un’attività diplomatica intensa e appassionata, fatta di iniziative culturali, missioni economiche e progetti di cooperazione che pongono al centro il valore dell’incontro tra culture. La sua storia personale, profondamente legata al Paese che rappresenta e ai suoi simboli identitari è anche una testimonianza di quanto possa essere incisivo il ruolo di un Console Onorario nel tessere reti e nel generare valore per i territori.

Lei è il Decano del Corpo Consolare della Sicilia Orientale. Una bella responsabilità… “Il Corpo Consolare della Sicilia Orientale si è formato molto tempo fa e, al suo interno, si sono succeduti prestigiosi Consoli. Io mi sono insediato da solo due anni, il compito che mi è stato assegnato è di certo gravoso, ma cerco di portarlo avanti con grande impegno e responsabilità”.

Come il Corpo Consolare può contribuire oggi allo sviluppo culturale e sociale della Sicilia Orientale? “I Corpi Consolari sono formati da Consoli di carriera e da Consoli onorari e contribuiscono allo sviluppo delle relazioni diplomatiche con gli Stati di invio, stabilendo rapporti forti e duraturi con le autorità locali. La Sicilia Orientale rappresenta un territorio con un tessuto sociale variegato e interessante, e con una storia antica, che si intreccia con un patrimonio artistico copioso. Tutto ciò può trovare possibilità di sviluppo, tutela e visibilità ulteriore nelle relazioni con gli stati esteri, agevolate dal nostro lavoro”. 

Quali sono, a suo avviso, le principali difficoltà che i Consoli Onorari incontrano nel loro lavoro quotidiano? “Le difficoltà principali sono proprio nello stabilire rapporti con le istituzioni locali, che considerano questo incarico come onorario e quindi privo della “fons onorum”, anche se ultimamente il MAECI ha dato indicazioni alle autorità locali, per accordare le necessarie agevolazioni per permetterci di esperire al meglio il compito di Console”.

Come definirebbe oggi la cooperazione tra la Sicilia Orientale e gli Stati rappresentati nel territorio? “Credo di poter affermare che i rapporti con i colleghi degli Stati rappresentati siano ottimi, anche grazie al coordinamento del Corpo Consolare, e questo si traduce in relazioni molto buone con gli stati stessi che sono rappresentati nel territorio. Possiamo verificarlo quotidianamente nelle molte iniziative congiunte, sia dal punto di vista culturale, che economico-commerciale”.

Cosa significa per lei rappresentare l’Azerbaigian a Catania? “Per me è innanzi tutto un onore rappresentare l’Azerbaigian, e lo è stato fin dalla data del mio Exquatur, che risale al 2015. Negli anni ho collaborato intensamente con l’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia e con gli ambasciatori del paese che si sono susseguiti. L’Azerbaigian è un paese che amo, e di cui ammiro molte sfaccettature, che non sempre in Italia – e quindi in Sicilia – sono note. Il mio lavoro mi consente di fare ogni giorno un passo in più per diffondere questa conoscenza nel mio territorio, divulgando non solo le opportunità di investimento ed economiche che Baku rappresenta, ma anche la cultura variegata e multiculturale del paese, l’ospitalità del suo popolo, le delizie della sua cucina…”.

Come definirebbe oggi le relazioni fra Azerbaigian, Sicilia e Calabria, e in quale ambito, a suo avviso, sono più intense? “Le relazioni dell’Azerbaigian con la Sicilia e la Calabria si sono intensificate nel corso degli anni. A partire dallo sviluppo delle relazioni diplomatiche e politiche con gli enti locali, sicuramente gli ambiti in cui sono più intense sono quello culturale e quello accademico, ma va considerato anche il turismo. Siamo attivi nel promuovere visite bilaterali e scambi in questi settori, e portiamo avanti progetti di diffusione culturale in entrambi i territori”.

Come si lega la sua storia personale all’Azerbaigian? “La mia storia con l’Azerbaigian passa attraverso la Turchia, paese unito da una fraterna amicizia con l’Azerbaigian. Grazie al Console turco conobbi l’Ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia. La conoscenza si tradusse in curiosità verso il paese, poi in conoscenza e infine in un grande amore per questa Terra, che definisco simile alla mia Sicilia, per popolazione, cultura e anche, posso dire, mentalità”.

Quali aspetti della cultura del Paese del Caucaso la affascinano di più? “Vorrei dire che la cultura azerbaigiana mi affascina nella sua totalità, nel suo variegarsi di tradizioni e modernità, amore per la famiglia e per le festività nazionali, l’arte, l’artigianato, dalla musica alla tessitura dei tappeti, fino alla cucina. Ma se devo sottolineare un aspetto che non si può tralasciare, sono rapito dal suo multiculturalismo e dallo stile con il quale il suo popolo affronta la vita. L’Azerbaigian è l’unico paese del Caucaso in cui si trovano edifici di tutte le religioni: cristianesimo, ebraismo, Islam. E’ un paese musulmano ma fortemente laico, e oggi, dopo 30 anni in cui le sue terre sono rimaste occupate (Karabakh e Zangezur Orientale) e dopo averle liberate, sta dando vita ad una grande opera di ricostruzione. Questo dimostra la tenacia del suo popolo, che non si è mai arreso, e la volontà di far prevalere sempre un approccio di pacifica convivenza, un esempio di cui il mondo ha assoluto bisogno”.

Ricordo più bello da Console? “Ricordo con gioia un’onorificenza ricevuta dal Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev per il mio lavoro e il mio impegno”.

E il più brutto? “Non ho ricordi brutti, se non gli attacchi e le continue fake news mediatiche, che proviamo a controbattere e che hanno riguardato il Paese soprattutto durante il non facile periodo di occupazione dei suoi territori”.

Fra i vari diplomatici conosciuti ne ricorda uno in particolare? E per quale motivo? “Non posso citarli tutti, ma in particolare vorrei ricordare S.E. Vaqif Sadiqov, Ambasciatore del Paese quando mi fu conferito l’incarico di console onorario, e poi S.E. Mammad Ahmadzada, con il quale ho collaborato molto con diverse visite in Sicilia e Calabria e ultimo, ma solo per successione temporale, S.E. Rashad Aslanov, con il quale abbiamo stabilito fin da subito una collaborazione per lo sviluppo delle relazioni politiche, economiche e culturali, visitando le regioni di Sicilia e Calabria con incontri di alto livello istituzionale”.

Ha in programma iniziative particolari per rafforzare la cooperazione culturale ed economica in Sicilia e Calabria? “Le iniziative sono numerose, anzitutto la Sicilia e la Calabria partecipano stabilmente a fiere internazionali a Baku, attraverso anche la collaborazione della Camera di Commercio Italo-Azerbaigiana, e dell’ufficio commerciale dell’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia. Sono in atto collaborazioni sempre più proficue per investimenti diretti nel Paese. Quest’anno la Regione Sicilia ha inserito in calendario la partecipazione alla fiera Baku build”.

Esistono gemellaggi fra città? “Il gemellaggio più noto in Italia è quello tra Baku, capitale dell’Azerbaigian, e Napoli, attivo da molti decenni. Sono in programma ulteriori ipotesi con altre città italiane e in particolare siciliane, di cui sono certo che sentiremo presto parlare”.

Prossime iniziative in programma del Consolato? “Il lavoro del nostro Consolato, come accennato in precedenza, si inserisce in un substrato già molto buono: tra Italia e Azerbaigian esiste un partenariato strategico e l ‘Azerbaigian risulta essere un importante partner commerciale dell’Italia, sia nel settore Oil&Gas, grazie anche al TAP, fortemente voluto dai due Paesi, che in ambito politico, culturale ed accademico – basti pensare all’Università Italo Azerbaigiana, che verrà inaugurata fisicamente entro il 2025 a Baku, ma i cui corsi sono già attivi. Al momento l’Azerbaigian si sta affermando anche come una meta turistica e lo dimostrano i collegamenti aerei diretti da Roma e da Milano, che ne fanno la prima destinazione turistica del Caucaso.

Le prossime iniziative si inseriranno anche nella via tracciata dall’importante convegno tenutosi a Palermo, e voluto dal Corpo Consolare di Palermo e dal suo Decano Antonio Di Fresco, sul ruolo del Console Onorario, al quale hanno partecipato le maggiori istituzioni Regionali e locali, oltre al Segretario Generale del MAECI Guariglia, il Capo del Cerimoniale Diplomatico Guarino, la dottoressa Moschitta. Il Segretario, con la sua splendida lectio, ha enfatizzato il ruolo del Console Onorario e come oggi si possa avere una collaborazione per migliorare i rapporti con le istituzioni locali e gli Stati di Invio. Come Decano del Corpo Consolare della Sicilia Orientale, ho chiesto la possibilità di un protocollo di intesa con il Corpo Consolare di Palermo e le richieste sono in via di definizione. Il mio augurio è che le istituzioni vedano questo ruolo come un facilitatore di progresso e sviluppo per i Paesi rappresentati e di grande collegamento con il Paese di residenza”.

Intervista di Marco Finelli

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Comments 2

  1. Ellen G says:
    5 giorni ago

    Thanks for very interesting article highlighting the important role of honorary consuls in strengthening international ties. The award presented to Domenico Coco by Azerbaijani President Ilham Aliyev underlines the recognition of his contributions to the fostering of relations between Azerbaijan and Italy. Overall, the article provides a good overview of how the efforts of individual diplomats can promote international cooperation.

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  2. Gianni Orazio Rizza says:
    4 giorni ago

    Ho conosciuto personalmente il Console Domenico Coco, e posso affermare senza ombra di smentita, che è una personalità dalla condotta eccellente, Lui siciliano e Catanese, dotato di una signorilità senza pari, ha tutte le doti per svolgere al meglio questo arduo compito. Il Console Domenico Coco è il legame che unisce la nostra penisola all’Azerbaijanie. In cuor mio mi auguro, che le Istituzioni lo accolgano e gli diano il supporto che merità.
    Congratulazioni e grazie per l’impegno ed il tempo che dedica a questa sua missione.
    Cav. Amb. di Pace Orazio Rizza – Pres. IPSPJ-UN-Italia “International Parlament for Safety, Peace and Justice”

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