“Questa mattina presto il parroco caldeo della regione mi ha comunicato per iscritto quello che rimane della salma di padre Paolo dall’Oglio. La fonte è un giornalista musulmano. Io ho passato questo nome all’Ambasciata d’Italia e alla Nunziatura apostolica”. Lo ha detto all’ANSA il vescovo armeno-cattolico di Qamishlie, mons. Antranig Ayvazian.
“Dobbiamo accertare ancora di più la realtà di questa scoperta – spiega il presule -. Tocca a me come vescovo cattolico la responsabilità di seguire il caso, e questa sera mi metterò in contatto con il generale Mazloum Abdi dei curdi. Ora mi trovo in Armenia”.
“Penso che non c’è nessun interesse a dire bugie su questo caso: sono passati 11 anni e già sette anni fa avevo notato ed informato la Nunziatura apostolica che, secondo mie fonti, padre Paolo dall’Oglio era stato ucciso da un Emir (un comandante, ndr) dell’Isis, un saudita la cui confessione figurava anche sul Guardian e su un giornale arabo pubblicato a Londra, dove in prima pagina c’era questa notizia di due righe”, ha affermato mons. Antranig Ayvazian.
Anche la Procura di Roma si è attivata dopo la notizia data dal settimanale Oggi del ritrovato del corpo di padre Dall’Oglio in una fossa comune in Siria, delegando i carabinieri del Ros, reparto antiterrorismo, per cercare eventuali riscontri. In base a quanto si apprende da fonti inquirenti c’è massima prudenza sulla notizia relativa al cadavere dell’uomo in abiti religiosi ritrovato in una fossa comune nei pressi di Raqqa: già in passato erano giunte notizia analoghe poi smentite dall’esame del Dna. Sulla vicenda di Dall’Oglio il gip della Capitale nel 2023 ha archiviato, così come sollecitato dalla Procura, l’indagine avviata nel 2013. Secondo quando ricostruito dagli inquirenti il religioso venne ucciso dodici anni fa proprio nella zona di Raqqa.