In occasione della Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio degli Alpini, in ricordo di Giovanni Battista Prosperi, “ragazzo del ’99”, ieri, a Castagnola, si è tenuta una toccante cerimonia di commemorazione organizzata dalla Fondazione Prosperi, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini, rappresentata nell’occasione dalla Sezione Firenze e dal Gruppo Umbria.
La giornata è stata stata aperta dalle toccanti testimonianze del Generale Alessandro Pinelli e dell’Ambasciatore Stefano Benazzo, i quali, dopo i saluti introduttivi del Presidente della Fondazione, Leo Prosperi, nel Castello che domina la piccola frazione della cittadina Giano dell’Umbria, sede della Fondazione, hanno condiviso le loro riflessioni sul “dovere della memoria”, ricordando il sacrificio dei connazionali caduti fra il 1942 e il 1943 nella Campagna di Russia.
In particolare, l’ex Comandante del 6º Reggimento Alpini di Brunico e San Candido, si è soffermato su alcuni dettagli dell’operazione militare denominata “Barbarossa”, inquadrandola storicamente ed evidenziando l’eroica resistenza dei militari italiani, che con coraggio evitarono a più riprese l’accerchiamento sovietico, riportando nel conflitto perdite significative, anche a causa di un equipaggiamento non idoneo.
L’Ambasciatore Stefano Benazzo ha illustrato poi alcuni dettagli delle sue difficilissime ricerche, compiute fra il 1980 e il 1990, volte all’individuazione dei resti dei militari italiani caduti nell’Unione Sovietica, fortemente avversate da un quadro storico-politico che, al tempo, di fatto vietava di cercare, rendere omaggio, disseppellire e rimpatriare i resti dei soldati, essendo l’Italia, in quanto membro dell’Alleanza Atlantica, percepita anche dall’opinione pubblica come uno degli Stati “invasori fascisti”.
Al diplomatico si deve comunque riconoscere il merito, dopo ripetuti tentativi ed estenuanti ricerche condotte con tenacia e senza supporto alcuno, di essere riuscito a individuare un cimitero nella Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia, a Glubokoye, dove era stato in funzione durante la Prima Guerra mondiale un ospedale da campo nel quale furono ricoverati dei militari italiani, lì deceduti. In questo caso il rimpatrio dei feretri fu finalmente possibile, essendo i militari morti non in combattimento contro truppe sovietiche, ed essendo l’assenso sovietico alla richiesta di rendere omaggio ai Caduti meno suscettibile di contestazioni dell’opinione pubblica, risalendo la morte dei militari ai tempi della Prima Guerra mondiale, e non alla “Grande Guerra patriottica”.
Dopo il commuovente ricordo dell’Alpino Giovanni Battista Prosperi, a cura del nipote Roberto, l’immancabile saluto alla Bandiera, la deposizione di una corona nella Piazza del Castello e la lettura della preghiera dell’Alpino, la giornata si è conclusa con un ricevimento nel Castello offerto dalla Fondazione, con tanto di brindisi e cori inneggianti, ovviamente, agli alpini.