“Premesso che la “guerra” dimostra la congenita stupidità umana che da millenni fa “guerre” che producono solo morti, non saprei definire dove (se c’e’) sia la verità”: inizia così la nostra intervista a Claudio Lippi, mentre in tv scorrono inesorabili le immagini del giorno 101 del conflitto in Ucraina. Cantante, produttore discografico, conduttore televisivo: senza dubbio uno dei volti più amati del piccolo schermo, Lippi è l’icona di una televisione ideale che, con il suo modo di fare diretto e profondo, ma anche ironico e sbarazzino, ha catturato intere generazioni.
Lippi, dove vanno ricercate le cause del conflitto in atto in Ucraina?
“Una cosa che ritengo ragionevole pensare è che, dietro all’invasione dell’Ucraina e di altre regioni, ci sia l’eterno conflitto tra USA e Russia”.
Nessuno si sarebbe mai aspettato una guerra così vicina all’Italia nel 2022…
“Io non mi aspetto mai una guerra. Il problema, ormai, non è la vicinanza ma il rischio che per la stupidità di chi gestisce il potere nel mondo si possa scatenare una guerra nucleare”.
La classe politica italiana è all’altezza delle sfide che verranno (gas, petrolio, grano)?
“Non posso fare altro che sperarlo anche se, nel corso degli anni trascorsi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, non siamo stati in grado di lavorare per una maggiore autonomia per quanto riguarda lo sviluppo nazionale di energia”.
La parola “diplomazia” cosa fa pensare a Claudio Lippi?
“Mi fa pensare a due interpretazioni opposte e contradditorie. La prima: “Diplomazia” dovrebbe rappresentare la capacità di un dialogo fra le nazioni, cercando punti di incontro tra le varie culture. La seconda: “Diplomazia” può coincidere con “Ipocrisia”, per cui alle parole fanno seguito eventi che cancellano le parole.
C’è un aneddoto particolare che la lega in qualche modo a una Ambasciata o un Ambasciatore?
“Ricordo solo le parole di una canzone degli anni ’50: “E’ arrivato l’Ambasciatore, con la piuma sul cappello”. Tutto qui.