di Bruno Scapini
Una nuova prospettiva si è aperta mercoledì sera – in esito ad un evento culturale svoltosi presso l’Ambasciata della Federazione Russa in Roma – sulla natura del conflitto russo-ucraino oggi in corso. Trattasi di una visione innovativa dei fatti informata alla obiettività e alla equanimità dei giudizi storici di valore che ci viene offerta dall’opera, presentata per l’occasione, “Le vere cause del conflitto russo-ucraino”, edita da Visione Editore.
L’iniziativa, nata da una brillante intuizione di Francesco Toscano, direttore della casa editrice, è stata resa possibile grazie alla positiva accoglienza che l’Ambasciatore russo in Italia, Alexej Paramonov, ha voluto riservare al progetto editoriale concepito quale traduzione in lingua italiana del saggio del Presidente Vladimir Putin “Sull’unità storica di russi e ucraini”. Ma ad accrescere e sostenere la valenza argomentativa del testo, l’editore ha inteso peraltro aggiungere anche alcuni lavori di eminenti studiosi ed esperti, fonti di inedite informazioni e notizie sulle vere scaturigini storiche del confronto in cui oggi Russia e Ucraina si trovano militarmente coinvolte.
Il pensiero di fondo emergente dal saggio di Putin, che permea di sé l’intera narrativa, punta infatti ad evidenziare come la conflittualità tra i due Paesi non sia riconducibile a ragioni ideologiche, né tanto meno ad interessi economico-finanziari, bensì ad una artificiosa costruzione operata da parte delle forze euro-atlantiste determinate a fare dell’Ucraina una “macchina bellica” in funzione anti-Russia.
Giustamente, come commentato da alcuni relatori, il conflitto apparirebbe sostanzialmente, e a ben guardare, quale prodotto di una “forzatura della Storia”, di quella Storia, cioè, che ha visto intrecciarsi i destini dei popoli russo e ucraino nel corso di tempi millenari e che proprio il Presidente Putin ha inteso esaltare in uno slancio di rivendicazione storica dell’unità nazionale.
In questo contesto, l’opera sembrerebbe pertanto destinata – innovando decisamente alla cultura imperante – a catalizzare l’opinione pubblica italiana su una interpretazione ben diversa da quella che il pensiero collettivo occidentale ormai pretestuosamente adotta, e insistentemente propone, quale unica insopprimibile interpretazione del conflitto.
L’opera, infatti, nella sua ricerca storica, si progetta a ritroso ben oltre la data del 24 febbraio 2022, e perfino oltre quella del 2014, per risalire alle origini di quel processo di destabilizzazione dei confini della Russia registratosi con l’allargamento della NATO iniziato nel 1999 e giunto quest’anno all’ultima adesione da parte della Svezia dopo ben 7 tappe successive. Un processo voluto e perseguito dagli Stati Uniti in disprezzo di quella promessa offerta fin dal Vertice di Malta del 1989, alla vigilia dell’unificazione delle due Germanie, secondo la quale la “NATO non si sarebbe espansa ad Est neanche di 1 pollice oltre il fiume Oder”.
Fermo, comunque, il convincimento dell’Ambasciatore Paramonov, secondo cui soltanto un’analisi obiettivamente condotta sui fatti antecedenti l’avvio dell’”Operazione Speciale” potrà risultare di aiuto a creare le premesse per un dialogo di riavvicinamento. E se da parte occidentale – ha aggiunto il diplomatico – si è pervenuti a fare dell’Ucraina un “progetto anti-Russia”, da parte russa non si potrà mai concepire un “progetto in funzione anti-Ucraina”.
Sull’autenticità e sincerità del pensiero di Putin, a smentita quindi di qualsiasi giudizio precostituito ed eventuale critica da parte degli scettici, soccorrerebbe per giunta la circostanza che il saggio del Presidente – incentrato sulla convergenza storica dei due popoli e non sulla guerra oggi in corso – è stato pubblicato nell’ormai lontano 2021, ovvero in tempi non sospetti, e largamente in anticipo rispetto agli accadimenti del febbraio 2022.
Particolarmente suggestivo, infine, è stato il contesto di fondo in cui la “serata speciale” si è svolta. La splendida cornice offerta da Villa Abamelek, residenza dell’Ambasciatore russo a Roma, ha accolto un programma culturale di grande valenza volutamente ispirato proprio all’unità storica dei due popoli. Una unità risultata per l’occasione condensata in un concerto articolato in espressioni tradizionali dell’arte musicale e della danza dei rispettivi Paesi.
È fuori dubbio, comunque, che conoscere l’altra verità su un tema critico e quanto mai oggi dibattuto, quale risulta essere per l’appunto il conflitto russo-ucraino, è il giusto suggerimento che si può trarre dalle premesse introduttive dell’opera capaci di offrire una plausibile e assai utile chiave di lettura.
Bruno Scapini