In occasione della conferenza stampa organizzata – grazie al Senatore Andrea De Priamo – da Gazzetta Diplomatica presso il Senato della Repubblica il 9 ottobre 2024, sono stati resi noti i nomi dei due Capimissione stranieri in Italia risultati vincitori ex aequo della seconda edizione del Premio Gazzetta Diplomatica “Ambasciatore dell’anno 2024”. Il Premio, la cui valenza è cresciuta negli ultimi mesi grazie all’infaticabile attività del suo Direttore responsabile Marco Finelli, è ispirato alla memoria dell’Ambasciatore d’Italia Giovanni Jannuzzi, la cui figlia Renata è co-ispiratrice del Premio. Sono stati anche portati all’attenzione del pubblico i nomi di tre Consoli Onorari in Italia distintisi per la loro attività, sono stati consegnati Attestati di Merito a quattro personalità di spicco operanti nell’ambito delle relazioni dei loro Paesi con l’Italia e sono stati infine nominati i tre vincitori del Premio Jannuzzi, i quali svolgono attività meritorie in Italia e all’estero.
La conferenza stampa ha consentito ai vari partecipanti di mettere in evidenza il fermo comune convincimento della perdurante (anzi: crescente) importanza dei molteplici ruoli svolti dalla diplomazia (soprattutto in tempi critici), nonostante le ricorrenti manifestazioni di insufficiente fiducia nei suoi confronti che emergono talvolta dai media e dall’opinione pubblica. Ci si potrebbe chiedere cosa succederebbe se i diplomatici non facessero del loro meglio, seguendo le istruzioni dei rispettivi Governi, per smussare le asperità e i conflitti, allontanare le guerre, fare conoscere i loro paesi d’origine nei paesi di rispettivo accreditamento, informare onestamente i propri governi sulla situazione in loco, moltiplicare le occasioni di scambiare cultura, rendere meno aspre le conseguenze in termini di diritti umani derivanti dalle guerre, dalle malattie, dalla fame, dalle migrazioni. La domanda è superflua: nessuno si chiede infatti cosa succederebbe se i media, i medici, i docenti, gli avvocati, i militari non facessero parte della società.
Il Premio Gazzetta Diplomatica tende appunto a fare conoscere e ad esprimere l’apprezzamento nei confronti di alcuni Ambasciatori che si sono particolarmente distinti nell’ultimo anno nello svolgimento delle funzioni affidate loro, mostrando di meritare la fiducia dei rispettivi Capi di Stato, i quali hanno invitato il Presidente della Repubblica ad accordare loro la medesima fiducia. Il compito della Giuria del Premio è stato arduo: numerosi sono infatti i Capimissione accreditati in Italia di grande valore.
L’attività di un diplomatico si esprime infatti in almeno due modi: da un lato la gestione riservata dei rapporti interstatuali, dall’altro la cosiddetta “diplomazia pubblica”, diretta alle pubbliche opinioni, ai media ed ai cittadini. Il delicato equilibrio fra tali due modalità, insieme alla passione profonda degli interessati per la loro professione, costituisce la chiave di volta del processo che consente di formulare un giudizio sull’azione di un buon Capomissione.
Il fatto che la conferenza stampa si sia tenuta nella Sala del Senato dedicata ai Caduti di Nassirya costituisce un perdurante monito circa l’assoluta esigenza di continuare a dare fiducia alla diplomazia, strumento principale, insieme alla cultura, alla conoscenza reciproca ed alla tolleranza, per evitare le tragedie derivanti dalle guerre. In tale contesto, è stata ricordata la meritoria presenza degli innumerevoli Militari italiani attualmente dislocati in numerosi teatri di guerra per interporsi fra le parti in conflitto, mettendo a rischio la loro incolumità.
Lunga vita al Premio Gazzetta Diplomatica “Ambasciatore dell’anno”!
Stefano Benazzo
Ambasciatore d’Italia (a riposo)
Presidente della Giuria del Premio Gazzetta Diplomatica “Ambasciatore dell’anno 2024”