Nell’ambito di una cerimonia che si terrà il prossimo 4 ottobre, a Palermo, l’Ambasciata di Colombia in Italia, in collaborazione con l’Istituto Cervantes della città siciliana inaugureranno l’opera “Il mio corpo dice la verità” dell’artista colombiana Luz Lizarazo, installazione che propone una riflessione profonda e incisiva sulla violenza di genere, sull’indifferenza collettiva riguardo all’estensione della violenza sessuale, ma anche sulla resilienza del corpo femminile.
L’opera, ispirata a testimonianze di donne vittime di violenza sessuale, si presenta non solo come un campo di battaglia, ma anche come un territorio di guarigione e resistenza.
Nella sua installazione, Lizarazo utilizza la parte più visivamente esposta ed erotizzata dell’anatomia femminile, i seni, che compaiono come un’allegoria della vita, dell’allattamento, della nutrizione e della forza. Tuttavia, si tratta di seni mutilati che vengono esibiti come montagne isolate o catene montuose su fogli di carta di fique; una pianta nativa della Colombia, spesso utilizzata in tessuti artigianali e tinta con il “Palo Brasil”, un’altra pianta nativa che conferisce una colorazione rossa ai tessuti solo quando il processo avviene di notte e in specifiche stagioni dell’anno.
Le grandi foglie di carta di fique a terra creano i confini di questo territorio di rossi pacifici coperti da montagne di seni, che contengono anche dipinti di donne con seni vuoti nei quali la vita si svolge tra soli, cieli, natura, lutto, amore ed emozioni. A tutto ciò si aggiunge una catena di palline di fique rivestite in oro che attraversa l’opera, come riferimento alle innumerevoli perline del rosario, utilizzate in molte culture per pregare o meditare. Questo elemento sottolinea la sacralità della vita e la necessità di contemplazione e guarigione.
Questi simbolismi emergono nell’opera “Il mio corpo dice la verità”, dove Lizarazo utilizza il motivo dei seni evocando il martirio. Una chiara allusione alla figura di Santa Agata, venerata sia da nutrici che da donne vittime di abusi sessuali, così come da quelle con disturbi mammari. Santa Agata di Catania, nota anche come Santa Agata di Sicilia, fu una martire del III secolo, che secondo la tradizione cristiana fu perseguitata e a cui furono amputati i seni prima di essere immolata, durante le persecuzioni ordinate dall’imperatore romano Decio. È una delle patronesse di Malta e molto popolare nella regione del Mediterraneo, godendo di una fervente adorazione nel sud Italia.
Questa installazione, realizzata per la prima Biennale d’Arte di Malta 2023 (maltabiennale.art), esposta nel palazzo presidenziale di La Valletta, viene presentata in Sicilia, grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri della Colombia, nell’ambito del piano di Promozione della Colombia in Italia, grazie al lavoro congiunto dell’Ambasciata di Colombia in Italia, dell’Istituto Cervantes di Palermo, dell’artista Luz Lizarazo e del gentile prestito della Galleria Casas Riegner di Bogotá.
Nel corso della sua carriera, Luz Lizarazo ha sviluppato un linguaggio visivo potente che sfida le forme di dominazione esercitate sul corpo e sulla voce delle donne. Nel suo lavoro convergono poesia e politica, creando uno spazio che rivendica l’autonomia e la liberazione femminile. Con una lunga carriera artistica, Luz Lizarazo ha esposto in varie istituzioni culturali e musei di fama, come il Museo d’Arte Moderna di Bogotá (MAMBO), la Fondazione Museo di Belle Arti di Caracas e l’Istituto Figueiredo Ferraz di São Paulo. La sua opera fa parte di importanti collezioni a livello internazionale, ribadendo la sua rilevanza nel panorama artistico contemporaneo.
“Il mio corpo dice la verità” è un invito a riflettere sulla forza e sulla vulnerabilità del corpo femminile, a riconoscere le storie e le verità che esso racchiude e a denunciare la violenza di genere insopportabile e abietta che molte donne ancora subiscono oggi.
L’installazione sarà aperta al pubblico dal 4 al 31 ottobre 2024 presso la chiesa sconsacrata che oggi ospita l’Istituto Cervantes di Palermo, che si trova in Via Argentaria 33, a Palermo.