Esce in questi giorni l’ultimo libro di Enrico De Agostini, attualmente Ambasciatore d’Italia in Zambia e Malawi, dall’evocativo titolo “Il tesoro di Papele. Storia alternativa del Sannio tra 1700 e 1800: borghesia, briganti e povera gente”. E’ un libro che si ricollega al suo precedente romanzo Un Prosciutto e Dieci Ducati perchè anche stavolta è il territorio del Sannio ad essere al centro delle vicende narrate. Solo che questo libro non è un romanzo, ma il risultato di un lavoro di recupero e ricerca a partire dal manoscritto di Giosuè de Agostini, lo scopritore della Tabula Alimentaria dei Liguri Bebiani, un’importante iscrizione su bronzo risalente all’epoca romana.
Queste le note di copertina del libro:
“Altro che storie di paese. Questo manoscritto è un concentrato di Ottocento, un distillato di eventi pubblici e privati che non sono mai stati raccontati, personaggi che se non fossero veri sarebbero ben inventati, anzi, che inventati lo sono stati davvero da scrittori famosi, ma che qui troviamo nella loro versione del tutto reale e tipicamente sannita. C’è Don Abbondio, che scappa da due aspiranti sposi, c’è Don Rodrigo, che fa una brutta fine a opera dei briganti nel bosco, c’è il mantello inzaccherato di Michele Strogoff e gli agguati di Robin Hood, ci sono le miserie dei Malavoglia e il coraggio del Conte di Montecristo, c’è Cuore e i Tre Moschettieri, ma, soprattutto, c’è Napoleone, ci sono i francesi, occupatori e riformatori, con le loro idee e la loro rivoluzione, che ubriaca, sobilla e stravolge il piccolo mondo antico del Sannio settecentesco. E ancora, ci sono i terremoti, le epidemie, le scoperte della scienza e le ingenuità dell’ignoranza, ci sono i borghesi, i nobili e i poveracci, i briganti e i preti. C’è la vita nei piccoli borghi italiani, vissuta all’ombra dei palazzi e delle catapecchie, dove si trama, si ama, si gioca e si uccide. C’è, insomma, la vera Storia d’Italia, quella vissuta dalla gente, ma non raccontata dai libri di testo, c’è il ricordo delle nonne e le leggende di paese, che poi leggende proprio non erano, ci sono gli occhi di un bambino ormai incanutito, che ricorda e scrive, e scrive, e scrive. All’ombra di un lume a petrolio, con la penna e il calamaio, s’immerge nella sua infanzia mentre la sua vita gli sfugge tra le dita. E ci regala la ricchezza dei suoi ricordi, il tesoro della sua memoria. Altro che storie di paese”.
Enrico de Agostini, Il tesoro di Papele. Storia alternativa del Sannio tra 1700 e 1800: borghesia, briganti e povera gente, Homo scrivens, Napoli, 2024, pp. 470, € 24,00.
Enrico de Agostini è Ambasciatore d’Italia in Zambia e Malawi. È stato (tra l’altro) Ambasciatore in Zimbabwe, Console Generale a Johannesburg e a Monaco di Baviera. Il suo primo romanzo, Un Prosciutto e Dieci Ducati, tratto dal manoscritto di Papele, è stato tra i vincitori del torneo lo Scrittore 2015. Nel 2006, con FrancoAngeli editore, ha pubblicato il saggio Diplomatico, chi è Costui? e, nel 2018, MIND (Robin edizioni), un romanzo distopico sullo strapotere dell’Intelligenza Artificiale, dal quale è stato tratto un cortometraggio nel 2023.
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