“Definirei le nostre relazioni con l’Italia dinamiche e promettenti”: l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica del Kazakhstan in Italia, Sembayev Yerbolat, non nasconde la sua soddisfazione nel constatare quanto, negli anni, il dialogo fra Roma e Astana sia cresciuto, grazie anche e soprattutto al suo lavoro diplomatico, come Capo Missione dal febbraio del 2021, e prima ancora, per ben otto anni fra il 2001 e il 2009, come Primo Segretario, Consigliere e Ministro Consigliere dell’Ambasciata.
Laureato presso l’Università Tecnica Nazionale del Kazakhstan e perfezionatosi presso la Scuola Superiore di Enrico Mattei di Milano, ha iniziato a lavorare presso il Ministero degli Affari Esteri nel 1998, ricoprendo vari inacrichi presso il Dipartimento per la cooperazione multilaterale, il Dipartimento dell’OSCE ed il Dipartimento dell’Europa.
Successivamente è stato Direttore del Dipartimento per la Cooperazione Multilaterale del Ministero degli Affari Esteri e responsabile della cooperazione con le organizzazioni internazionali, le strutture multilaterali e le segreterie dei trattati internazionali. Ambasciatore itinerante presso il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica del Kazakhstan in materia del disarmo e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa, Sembayev Yerbolat ha prestato servizio anche in Belgio e presso l’Unione Europea.
Profondo conoscitore del Bel Paese, oggi ha il rango diplomatico di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario, ed è contemporaneamente Capo Missione della Repubblica del Kazakistan presso Italia, Malta e San Marino.
Eccellenza, come definirebbe oggi le relazioni tra il Kazakhstan e l’Italia, anche in virtù della recente visita del Presidente Tokayev, che ha indubbiamente rafforzato il dialogo tra Roma e Astana? “L’Italia è un attore chiave dell’Unione Europea, che quest’anno detiene la presidenza del G7, nonché uno dei maggiori partner commerciali e di investimento in Europa del nostro Paese che, al contempo, è un importante alleato politico ed economico dell’Italia in Asia centrale. La cooperazione tra i due Stati si basa sul Trattato di partenariato strategico firmato nel 2009, che ha avuto finora un grande successo, e la visita ufficiale del Presidente della Repubblica del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev, nel gennaio di quest’anno, ha indubbiamente aperto un nuovo capitolo nella storia delle nostre relazioni. Si è trattato di un evento storico, essendo stata la prima visita ufficiale del Capo del nostro Stato a Roma negli ultimi quindici anni, nonchè la sua prima missione all’estero nel 2024. La visita ufficiale del Presidente Tokayev in Italia ha elevato le relazioni kazako-italiane a un livello qualitativamente nuovo, portando alla firma di alcuni importanti documenti volti a sviluppare la cooperazione bilaterale in molti settori: dall’economia al commercio, dagli investimenti all’energia, dalla cultura al turismo. Circa 20 gli accordi commerciali sottoscritti, per un impegno di 1,5 miliardi di dollari, finalizzati alla realizzazione di progetti congiunti che riguardano l’industria, le infrastrutture, i trasporti, la fornitura di energia elettrica, la costruzione di macchine, la metallurgia, l’estrazione mineraria, le energie rinnovabili, la geochimica, la petrolchimica, l’agricoltura e altro ancora. Accordi firmati con aziende italiane di primo piano, come ad esempio ENI, Ballestra, SACE, Simest, Maire Tecnimont, NEOS, Ansaldo Energia SpA, Pietro Fiorentini SpA. Pertanto, rispondendo alla sua domanda, definirei le relazioni tra il Kazakhstan e l’Italia come dinamiche e promettenti”.
In una recente intervista lei ha dichiarato: “Siamo entrati in una nuova era dello sviluppo del Kazakhstan. Il Paese sta attraversando un processo di rinnovamento dinamico e globale. Le recenti elezioni incarnano i cambiamenti in atto nella società e daranno un forte impulso all’ulteriore modernizzazione del nostro sistema politico”. “Oggi in Kazakhstan si stanno verificando cambiamenti sostanziali, assolutamente importanti. Negli ultimi due anni sono state infatti attuate riforme senza precedenti, uniche per contenuto. Possiamo dire che stiamo costruendo un “nuovo Kazakhstan”. A seguito delle elezioni e grazie alle politiche in atto nel nostro Paese, infatti, negli ultimi anni il Kazakhstan è diventato essenzialmente un nuovo Stato, interessato da una modernizzazione politica globale, ripeto, unica per portata e profondità. In particolare, l’anno scorso è stato segnato da radicali riforme, volte a modernizzare e ripensare il sistema politico, con l’obiettivo di rafforzare i meccanismi di protezione dei diritti umani, aumentare la partecipazione dei cittadini al governo e sviluppare il parlamentarismo e il “multipartitismo”, creando così una solida base per la costruzione di un “Nuovo Kazakhstan giusto”. Il nuovo piano economico proposto dal Presidente Kasym-Jomart Tokayev fornisce una chiara visione dello sviluppo del Paese nei prossimi tre anni e avrà un impatto significativo sullo sviluppo e sulla cooperazione regionale. Tutte le trasformazioni in atto sono destinate a contribuire a favorire un’economia più equilibrata, sostenibile e integrata a livello globale. I progressi compiuti dal Kazakhstan dalla proclamazione della sovranità, a mio avviso, non sono solo una testimonianza del suo passato, ma anche una solida base per il suo futuro. Una base su cui si fonderanno senza dubbio nuove innovazioni, con l’approfondimento dei legami diplomatici e un’ulteriore crescita in ambito sociale, politico ed economico”.
Lei come si trova a Roma? “Benissimo. Roma è una grande città, ideale sia per il lavoro che per il tempo libero. Una città senza dubbio speciale per me e per la mia famiglia, anche perchè ho trascorso nella Capitale d’Italia la maggior parte della mia Missione di lavoro all’estero. Si può dire che costituisce la culla della civiltà che, in quanto tale, affascina i turisti di tutto il mondo. Da circa tremila anni, si è trasformata in una vera e propria perla culturale e turistica a livello planetario”.
L’attualità, purtroppo, ci fa parlare di guerra. Secondo lei, alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina, quanto è reale il rischio di espansione del conflitto e cosa può fare la diplomazia? “Il Kazakhstan è uno Stato che ama la pace, che a suo tempo ha rinunciato volontariamente alle armi nucleari e persegue con decisione la via della risoluzione pacifica delle questioni internazionali controverse. Per quanto ci riguarda, ribadiamo la necessità di una soluzione diplomatica del conflitto russo-ucraino sulla base della Carta delle Nazioni Unite e dei principi universalmente riconosciuti del diritto internazionale. Come sapete, nei primi giorni di guerra, il Presidente Kassym-Jomart Tokayev ha avuto conversazioni telefoniche con i Presidenti di Russia e Ucraina, invitando le parti a trovare modi pacifici per risolvere il conflitto e ad avviare il processo negoziale. Purtroppo, l’attuale situazione internazionale è caratterizzata da un alto grado di volatilità e imprevedibilità. Stiamo parlando di sfide e minacce quali la crisi di fiducia e l’aumento dei conflitti tra vari Stati, l’erosione dei principi fondamentali del diritto internazionale, l’aggravarsi della minaccia terroristica, la corsa agli armamenti, nonché l’intensificarsi di guerre ibride e commerciali. Il conflitto militare tra questi due Paesi risuona dolorosamente nel cuore dei kazaki. Pertanto, auspichiamo sinceramente che Mosca e Kiev possano risolvere le loro controversie in modo pacifico nel prossimo futuro. Allo stesso tempo, ribadiamo il rigoroso impegno del Kazakhstan per arrivare a una soluzione diplomatica del conflitto, sulla base di quanto previsto dalla Carta delle Nazioni Unite e dai principi fondamentali del diritto internazionale. Sottolineiamo l’importanza di una ferma adesione a questi principi e richiamiamo la responsabilità degli Stati membri delle Nazioni Unite a sostenere e rispettare la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati, il rispetto reciproco e la coesistenza pacifica. Il Kazakhstan ha ribadito più volte la propria disponibilità a facilitare qualsiasi processo negoziale che contribuisca a trovare soluzioni reciprocamente accettabili, ritenendo che il conflitto militare tra Russia e Ucraina possa essere risolto esclusivamente con mezzi pacifici”.
E la situazione in Medio Oriente? “Su questo tema è fondamentale rispettare le norme del diritto internazionale e seguire le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che prevedono i diritti legittimi del popolo palestinese. La violenza genera violenza reciproca e porta inevitabilmente a conseguenze tragiche per il Medio Oriente e per il mondo intero. Il Kazakhstan invita Israele ad astenersi dall’uso sproporzionato della forza, che ha causato numerose vittime civili nella Striscia di Gaza e la distruzione di infrastrutture civili. Esprimiamo la nostra solidarietà alla comunità internazionale nel chiedere la cancellazione dei tempi stabiliti per l’evacuazione della Striscia di Gaza e la piena protezione dei civili, che non devono essere tenuti in ostaggio dal conflitto. A questo proposito, il Kazakhstan invita le parti a garantire una rapida cessazione delle ostilità e a intensificare gli sforzi per raggiungere la pace, la stabilità e la sicurezza per tutti gli abitanti della regione sulla base della formula “due Stati per due popoli”.
A proposito di infrastrutture, lei ha recentemente partecipato a un’interessante conferenza in Senato sul “Corridoio di mezzo”, che riguarda direttamente il Kazakhstan e potrebbe diventare la base per un’ulteriore crescita economica nelle relazioni tra Europa e Asia centrale. “Il Kazakhstan non ha accesso agli oceani del mondo quindi, per quanto ci riguarda, stiamo sviluppando nuove modalità di trasporto. Inoltre, a causa della complessa situazione geopolitica mondiale e della “rottura” delle vie di comunicazione tradizionali, oggi è necessario trovare vie alternative. E la rotta di trasporto internazionale transcaspica è un esempio lampante in questo senso. La posizione geografica del nostro Paese determina il suo ruolo chiave nel garantire il transito globale e il commercio tra Oriente e Occidente. Come è noto, a causa dell’attuale situazione geopolitica, il ruolo del corridoio di trasporto transcaspico nel garantire i flussi di transito tra Europa, Asia centrale e orientale è aumentato lungo la direzione Est-Ovest. Secondo i risultati di uno studio della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, il percorso del Corridoio di Mezzo attraverso il Kazakhstan oggi è riconosciuto come il più efficiente e sostenibile. Lo dimostra anche la crescita significativa del volume di merci trasportate attraverso i porti marittimi kazaki di Aktau e Kuryk, inclusi nella rete dei corridoi di trasporto internazionali. Nel 2023 tale volume ha raggiunto i 2,8 milioni di tonnellate e già quest’anno si prevede di arrivare a 4,5 milioni di tonnellate. Riteniamo questa rotta interessante anche per le aziende italiane per diversificare le modalità di consegna delle loro esportazioni in Asia”.
Prossimi eventi in programma dell’Ambasciata del Kazakhstan in Italia? “Nel prossimo futuro organizzeremo un seminario sulle riforme in Kazakhstan, che si terrà il 21 giugno presso il Senato del la Repubblica. Inoltre, l’Ambasciata sta lavorando per organizzare una serie di importanti eventi di natura economica nelle regioni italiane, a partire da un business forum a Milano con la partecipazione della Missione commerciale del Kazakhstan “KazTrade”, nonché un forum sugli investimenti in Sardegna”.
Intervista di Marco Finelli