Si chiama Books for Peace, ed è un Progetto nato su iniziativa di un gruppo di Associazioni con lo scopo di valorizzare i libri, attraverso un concorso letterario e, più in generale, le persone che, con le loro attività, tendono alla Pace. “Alcune svolgono un lavoro eccezionale”, ammette l’ideatore e Presidente Antonio Imeneo che, ogni anno, con un lavoro impeccabile e una passione impareggiabile, gira il mondo in lungo e largo con un unico obiettivo: promuovere la cultura e il dialogo fra i popoli.
Imeneo, il Premio “Books for Peace” nasce da un progetto di un gruppo di Associazioni con lo scopo di valorizzare i libri, attraverso un concorso letterario, e, più in generale, le persone che, con le loro attività, tendono alla Pace. Quali le tappe principali di questa bella e lunga storia? “Devo ammettere che grazie al progetto Books for Peace, in questi sette anni meravigliosi, ho avuto modo di conoscere, scoprire e incontrare tante realtà, alcune anche sconosciute, che si prodigano in silenzio, senza clamore a migliorare la qualità della vita di tutti noi, con un lavoro certosino, svolto anche porta a porta. Farei fatica a citare dei nomi, perché tutti meritano rispetto e considerazione. Books for Peace non fa distinzione tra i “grandi” premiati o tra i “minori-sconosciuti”, tutti contribuiscono a migliorare la vita quotidiana degli altri. Ogni giorno, mi creda, scopro persone, progetti, organizzazioni in tutto il mondo che incoraggiano a non mollare”.
Fra le vostre iniziative c’è anche l’Istituzione di un Premio al giornalismo d’inchiesta, dedicato alla memoria di Javier Valdez, giornalista messicano che ha pagato con la vita la sua voglia di raccontare le attività violente dei narcotrafficanti… “Javier, grande uomo e grande giornalista, era una persona speciale, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente svolgendo attività internazionali in Messico. Non potevo non ringraziarlo per aver condiviso con me la speranza, la voglia e il desiderio di tentare di sconfiggere i narcotrafficanti, abbiamo così deciso di dedicargli questo riconoscimento per il Giornalismo d’Inchiesta. Tra i premiati a cui è stato tributato ricordo volentieri Fiorenza Sarzanini, Paolo Di Giannantonio, Davide Desario, Domenico Iannacone, Simona Zecchi, Rossi, Porzia Addabo, Cecilia Sandroni ed Emilia Urso Anfuso”.
Fra i tanti premiati da Books for Peace chi ricorda invece più volentieri e perché? “E’ difficile rispondere, ricordo tutti perfettamente e con molto affetto. Ognuno ha contribuito con le sue parole a scrivere le pagine del libro della mia vita, un libro che rileggo ogni giorno. Se proprio devo rispondere e fare dei nomi, il primo a venirmi in mente è il Premio Nobel per la Pace Dr. Denis Mukwege, persona carismatica e coinvolgente. Caspita, non lo incontri spesso un premio Nobel. Poi ricordo senz’altro con piacere la Vicepresidente del Parlamento Europeo On. Pina Picierno per la sua disponibilità e l’energia allo stato puro, Katia Ricciarelli donna affascinante, dinamica e molto umile, e un membro della Famiglia Reale incontrato a Dubai. Continuerei questo lunghissimo elenco con il Rettore del Pontificio Collegio Etiopico, Paolo Bonolis, Marco Iannuzzi Presidente del CIP Lazio, Padre Lucio Zappatore, il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, il Presidente di Peace & Sport Council of Afghanistan (io li rappresento in Italia), Giorgio Bartolomucci, Don Mazzi, il Vicepresidente della CEI Mons F. Savino, persona incredibile, il filosofo Silvano Agosti, la Rettrice dell’Università de L’Avana Miriam Nicado Garcìa. E poi realtà come il Teatro Express, Mediafriends, Save the Children, UNFPA Albania. Mi creda, è faticoso menzionarne alcuni e non citarli tutti, per le storie emozionanti che caratterizzano ogni premiato”.
C’è un aneddoto in particolare che lega il Premio alla diplomazia? “Books for Peace è patrocinato ogni anno da tre club UNESCO, dalla Federazione Mondiale dei Clubs UNESCO Brasile BFUCA, dalla Federazione Italiana dei Clubs UNESCO, dall’Agenzia UNFPA Albania, e dall’Albanian Diplomatic Forum. A seguito di queste partnership, abbiamo deciso di condividere il nostro progetto con la Diplomazia, del resto è grazie al prezioso lavoro dei Diplomatici che oggi si riescono a raggiungere accordi di Pace per i Diritti Umani. In questi anni abbiamo avuto il grande onore di premiare, in rigoroso ordine alfabetico, gli Ambasciatori Stefano Baldi, Mario Boffo, Gaetano Cortese e Claudio Pacifico. Io dico sempre che la Diplomazia è il passepartout per le nostre azioni di vita quotidiana”.
Tanti dunque i ricordi legati a una storia pluriennale, proviamo a selezionare i più suggestivi… “I ricordi, come d’altronde le emozioni, sono molti, anzi moltissimi. Come dimenticare l’edizione di Books for Peace che si è tenuta a Dubai, la partecipazione al 3° Forum Mondiale sulla Pace al Cairo, la premiazione di AGESCI Italia per i Boyscout d’Italia, quella che abbiamo tenuto a Napoli con la visita all’Associazione Presepi di San Gregorio Armeno. E poi ancora la Premiazione a Capraia della Libreria sita in una Torre Saracena che contiene cinquemila libri, il convegno organizzato per la Libreria ZAN, l’unica libreria dedicata alle donne in Afghanistan, di cui siamo partner, cercando di proteggere e tutelare i libri dai talebani. Ho provato una grande emozione anche nel vedere le foto commoventi dei bambini e delle bambine in Afghanistan mentre praticano Parkour, grazie a un progetto che siamo riusciti a finanziare, che ha permesso a tanti ragazzi di praticare per qualche giorno lo sport. Fra le tante soddisfazioni segnalerei poi che la casa editrice eYs Publishing, nel suo Volume dal titolo “WHAT DOES IT TAKE TO ACHIEVE THE IMPOSSIBLE?” ha inserito il Premio Internazionale Books for Peace tra i progetti di eccellenza mondiale, mentre il Presidente dell’Academia Latinoamericana de Literatura Moderna, ha inserito il mio nome e quello di Books for Peace all’interno della “GRAN ENCICLOPEDIA DE LA CULTURA UNIVERSAL”. Restando in tema, ricordo con grande piacere la premiazione e l’incontro con Valentina Castellani, donna dal carattere e dal fascino disarmante, moglie di Francesco Quinn, grazie alla cui grinta abbiamo dato il via a diverse iniziative”.
Prossime iniziative in programma? “Mentre ci godiamo questa ottava edizione del Premio, dedicata ad Humberto Grimaldo Durán, rappresentante di ORSALC-PARAGUAY, abbiamo iniziato un percorso progettuale culturale scolastico a livello mondiale, dopo aver finanziato il progetto CHILD CHAPTER di Mr. Jakeer Hussain per potenziare la lotta contro gli abusi sessuali, finanziando la stampa di 500 libri-fumetto, distribuiti nelle scuole in India. Contestualmente abbiamo deciso di coinvolgere in uno dei nostri progetti alcune scuole in Italia, mettendole in rete con il mondo, con l’obiettivo di creare un dialogo progettuale utile a generare iniziative volte al confronto. La prima scuola ad avere aderito con il coinvolgimento della governance comunale si trova a Todi. Questo pregevole lavoro è merito di Porzia Addabo. Svilupperemo poi diverse iniziative umanitarie con l’Associazione Gelatieri/AEPER Claudio Pica nelle scuole, ed è al via una collaborazione con la Fondazione Caponnetto per promuovere i valori della legalità nel quotidiano vivere. Per questa iniziativa il mio ringraziamento va al dottor Salvatore Calleri e a Cecilia Sandroni. Infine, tante altre collaborazioni e progetti sono in embrione, Books for Peace non conosce sosta, festività e riposo… il mondo non può attendere”.